“Denaro pubblico per il vecchio carnefice?” – Interrogano Dadò e Sanvido

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
dell’on. Fiorenzo Dadò (capogruppo PPD) e on. Paolo Sanvido (Lega)

A proposito del film “Sangue” proiettato a Locarno e del suo protagonista Giovanni Senzani, brigatista rosso condannato all’ergastolo per omicidio

Coproduzione:  Cinémathèque suisse, RSI Radiotelevisione svizzera, Vivo Films con Rai Cinema

SANGUE in concorso al Festival. Un insulto alla verità, alla memoria e alle vittime del terrorismo, con i soldi dei ticinesi?



I due deputati rivolgono al Governo le seguenti domande:

“A quanto ammonta la partecipazione finanziaria svizzera per la realizzazione di questo film sul terrorista Giovanni Senzani?”

“Il Consiglio di Stato può spiegare ai cittadini come mai i contribuenti ticinesi debbano assistere a questo periodico e indecente uso di denaro pubblico, con la compiacenza generale di chi li governa e di chi dirige il Festival?”

“Il Governo ritiene che grazie a questo film promosso e finanziato anche con soldi svizzeri, l’immagine culturale elvetica ne esca rafforzata e arricchita?”

“Non ritiene il Governo che le vittime del soggetto possano ritenersi offese ed ulteriormente ferite da questa rappresentazione del brigatista?”

“Non ritiene il Consiglio di Stato che le vittime superstiti del Senzani, private dei loro affetti più cari a causa sua, meritino delle pubbliche scuse da parte della direzione del Festival?”

Per cercare di rendere giustizia alla storia e soprattutto alle vittime – scrivono ancora Dadò e Sanvido -, “occorre che venga messa in risalto un’ altra realtà, non quella edulcorata e insignificante che la sinossi del film mette in mostra, ma quella con la R maiuscola, impressa come stigmate nella storia di un popolo e sulle spalle delle vittime innocenti. Una realtà sanguinosa, che non si può ignorare e che, ancor più se si usa il soldo pubblico, meriterebbe di essere messa bene in luce, attraverso la parola di chi è rimasto, di chi deve portarsi sul groppo il pesante fardello, non, come nel caso in questione, raccontando gli ultimi patetici giorni di un vecchio carnefice che se ne sta sul mare con in braccia un bambino”.

(fonte: liberatv)

“Le Brigate rosse concludono il processo contro Roberto Peci condannandolo a morte per tradimento”


Relatore

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