Oggi mi sono recato alla torretta Enderlin, che svetta (modestamente) al centro del parco del Tassino, a cinque minuti da casa. Avevo con me Fontamara, il celebre libro di Ignazio Silone, e Gioca a bridge con Reese. Ho letto a lungo nella gloria agostana del sole del tardo pomeriggio. Mi ha colpito questa “scala ascendente”:
cafone —> cittadino —> re —> Dio.
Fontamara è un misero e disperato villaggio della Marsica (Abruzzi)
I cafoni sono i contadini poveri, che vivono una vita di stenti
«Cosa ne sai tu?» riprese il generale. «Cosa ne vuoi sapere tu, cafone ignorante e senza terra? La guerra sono i cafoni che la combattono, ma sono le autorità che la dichiarano. Quando scoppiò l’ultima guerra, a Fontamara sapeva qualcuno contro chi fosse? Pilato s’incaponiva a dire che fosse contro Menelik. Simpliciano affermava che fosse contro i Turchi. Solo molto più tardi si seppe che era soltanto contro Trento e Trieste. Ma ci sono state guerre che nessuno ha mai capito contro chi fossero. Una guerra è una cosa talmente complicata che un cafone non può mai capirla. Un cafone vede una piccolissima parte della guerra, per esempio la tessera, e questo lo impressiona. “Il cittadino” vede una parte molto più larga, le caserme, le fabbriche d’armi. Il re vede un intero paese. Solo Dio vede tutto.»
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