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Egitto. Washington critica l’arresto del capo dei Fratelli musulmani

La Casa Bianca ha criticato martedì l’arresto del capo dei Fratelli musulmani in Egitto, ritenendo che non rispetti i criteri dei diritti dell’uomo.

“Si tratta dell’ultima azione in ordine di tempo di un governo che non riflette sul suo impegno per un processo politico di aggregazione ed è un’azione contraria all’idea di un sistema giudiziario indipendente dalla politica – ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca.

Nella giornata di martedì era stato annunciato che la Guida suprema dei Fratelli musulmani, Mohamed Badie, era stato messo in detenzione preventiva per due settimane, per incitamento alla violenza e all’omicidio di manifestanti.
Un mandato d’arresto era stato spiccato contro di lui e contro altri dirigenti della confraternita. Dei Fratelli musulmani fa parte anche Mohamed Morsi, il presidente egiziano destituito il 3 luglio da un golpe militare.

Mohamed Badie è a capo dei Fratelli musulmani dal gennaio 2010. All’inizio del 2012 la confraternita aveva vinto le prime elezioni legislative libere del paese, un anno dopo la caduta di Hosni Moubarak.
Da sei giorni e malgrado le polemiche della comunità internazionale, le autorità militari egiziane ordinano la dispersione sistematica – e nel sangue – di qualsiasi manifestazione a sostegno di Morsi.
Gli scontri con le forze dell’ordine stanno facendo centinaia di vittime e il bilancio si aggrava ogni giorno. Soldati e poliziotti hanno ricevuto il permesso di sparare ai manifestanti.
Il capo dell’esercito e nuovo uomo forte dell’Egitto, il generale Abdelfattah al Sissi ha dichiarato domenica scorsa che il suo paese non si piegherà di fronte ai “terroristi”, così il potere e i giornali definiscono i Fratelli musulmani.

Diversi giornali hanno scritto che dopo la destituzione del presidente Morsi e la strage dei manifestanti che chiedevano la sua liberazione, il governo americano aveva deciso di sospendere la maggior parte degli aiuti accordati ogni anno all’esercito egiziano, aiuti pari a 1.3 miliardi di dollari.
Il portavoce del governo ha smentito queste informazioni, precisando che il presidente Obama discuterà al più presto la questione.

Redazione

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