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Il Caffè ha fatto centro – Bella intervista a Senzani

Il settimanale frontalier-plutocratico “Il Caffè” – per il quale non nutriamo alcuna particolare ammirazione, anzi – pubblica oggi qualcosa di interessante: una serie di dichiarazioni del terrorista brigatista Giovanni Senzani, star del festival locarnese. Sono parole che non si possono leggere senza un moto di sgomento e di disgusto, per il gelido disumano cinismo esibito da questo criminale.

Sia però chiaro che, per noi, la questione fondamentale non è lui, che rappresenta in modo esemplare una violenza perpetrata in un paese estero, ivi giudicata e condannata. Noi, primariamente, guardiamo in casa nostra.

Citiamo – dall’esclusiva del Caffè, il primo servizio interessante dallo scoop sul giudice Verda, cento anni fa – alcune affermazioni significative del protagonista del film.


Sulla cosiddetta “contestazione” (cioè sul fatto che qualcuno si sia permesso di biasimare le decisioni scriteriate di Solari e Chatrian)

“Alla base di questa contestazione credo ci sia la decisione di seppellire la nostra storia e di non voler parlare seriamente di quel periodo, negandoci ogni identità politica”.

NOTA. Il “criminologo” (lo era ufficialmente) Senzani potrebbe parlarne meglio di chiunque altro.

“Guerriglieri”. Quante persone furono uccise a tradimento dai valorosi guerriglieri?

“Quella storia è finita da tempo e in questo senso è giusto parlare di un fallimento. Ma per un giudizio storico si deve cercar di capire quello che è successo, le cause e il contesto. Vero, i brigatisti militanti, e ciò vale per ogni esperienza guerrigliera, erano un numero esiguo, ma dentro un contesto di relazioni sociali e politiche più ampio, per questo l’area in cui si potevano muovere e che si legava alle lotte operaie e proletarie e anche al vissuto e al dibattito sulla Resistenza, era assai più estesa e articolata della loro consistenza”.

Alcuni brigatisti sono pentiti. ALTRI, non brigatisti, non lo sono affatto ed inseguono con nostalgia “quelle idee in fondo giuste”.

“Ciò di cui si parla è stato solo un mercanteggiare per ricavare qualcosa, un vendere per ottenere. Il ‘pentimento’, quello vero, è una categoria che ha a che fare con la propria coscienza e fede. E merita rispetto”.

“Quell’immagine era un documento”

“Dell’esecuzione esiste solo un’immagine polaroid ed era finalizzata a far conoscere la conclusione del sequestro. C’è, precedente, il filmato dell’interrogatorio. Il resto è invenzione. Con le Br sono responsabile, e condannato, per quel sequestro e quell’esecuzione. Ma la nostra iniziativa non era ispirata alla vendetta, bensì alla volontà di far emergere i lati oscuri di una vicenda complessa legata all’arresto di Patrizio Peci, alla morte dei quattro compagni di via Fracchia a Genova, ai ruoli dalle persone coinvolte nella vicenda”.

È una guerra, siamo pari. Moriamo noi (io no), è ben giusto che muoiano anche loro! Lo Stato democratico e il comunismo armato: SULLO STESSO PIANO

“La morte, qualsiasi morte è sempre crudele e feroce, quella di Roberto Peci è stata ed è sofferenza e dolore per tutti i suoi parenti, in modo particolare per una figlia che non l’ha mai conosciuto. Il mio rammarico non può cambiare la realtà. Nella guerriglia era prevista anche la morte da entrambe le parti, ma l’atto di dare la morte è qualcosa che resterà sempre dentro di noi”.


ADDENDUM. Non so trattenermi dall’allegare due citazioni tratte dalla bellissima intervista – pubblicata il 19 agosto –  che TicinoLibero ha fatto a Maire, ex direttore artistico del festival.

[Maire] “Il momento in cui Senzani racconta l’omicidio di Peci lo racconta con un bisogno di dirlo, quasi con la necessità di risoffrire di nuovo quello che ha potuto soffrire lui, perché comunque è qualcosa che lo tormenta. Il fatto che lui racconti i fatti, racconti di questo urlo, è un po’ come se raccontasse il proprio dolore che si è portato dietro.”

Senzani può dormire tra due guanciali. I suoi avvocati difensori sono di prima scelta. E come parlano bene!

Sulla ormai celebre “non stretta di mano” del presidente.   [Maire] “È una sua decisione, può farlo benissimo. Conoscendo un pochino le sue posizioni politiche posso capire che non abbia voluto farlo. Per me ogni essere umano è un essere umano, che sia down, nano, ex terrorista, assassino… io gli stringerò sempre la mano. A qualsiasi essere umano.

Solari, lo dicevo io, me lo sentivo… che avevi sbagliato qualcosa!

Relatore

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