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E ora prendono di mira il cittadino-soldato – di Iris Canonica

Continuiamo a “coprire” l’iniziativa – insidiosa, com’è detto benissimo nell’articolo – della sinistra volta ad abolire l’obbligo di servire nell’Esercito. Oggi è la volta di Iris Canonica, esponente dell’Associazione Libertà e Valori, affermata opinionista e amica del nostro portale.


Il prossimo 22 settembre saremo dunque chiamati un’altra volta ad esprimerci su un’iniziativa lanciata dal “Gruppo per una Svizzera senza Esercito”,che ora chiede l’abolizione del servizio obbligatorio, proponendo di lasciare il fondamentale compito della sicurezza del Paese e della sua popolazione (compito prescritto dalla Costituzione federale) ad una scelta volontaria dei cittadini. Non bisogna essere dotati di una mente eccelsa o disporre di particolari titoli di studio per capire che questa nuova iniziativa si inserisce nel solco tracciato dal gruppo abolizionista, il cui nome già definisce l’obiettivo della sua esistenza, ossia l’abolizione totale dell’esercito. L’iniziativa in oggetto è però insidiosa, perché non chiede direttamente l’abolizione dell’esercito, ma tenta di sdoganare una forma alternativa all’attuale esercito di milizia, basato sul servizio di leva obbligatorio, chiedendo di introdurre un servizio volontario che presterebbe il cittadino sulla base delle sue scelte individuali. Essa rappresenta dunque un attacco diretto  all’attuale sistema, minando le sue risorse personali.

In nessun Paese al mondo esiste un esercito di questo tipo e, in quei Paesi dove il servizio militare obbligatorio è stato tolto, i governi sono stati costretti a far capo ad eserciti di professionisti, con costi non indifferenti, che per il nostro Paese sarebbero ben superiori a quelli attuali. Limitarsi alla valutazione quantitativa dei costi in ambiti quali la difesa, la sicurezza e la protezione civile (eh sì, perché anche quest’ultima rientra nel concetto generale di sicurezza) è comunque riduttivo, anche perché la sicurezza non dovrebbe essere negoziabile e non dovrebbe  neppure essere politicamente monetizzabile. Spiace e preoccupa molto allora che spesso si invochino acriticamente i costi del sistema di sicurezza e di difesa del Paese, per giustapporli meccanicamente ad una serie di costi in ambito sociale, dando per scontato che questi ultimi debbano avere sempre e comunque la preminenza.

A questo gioco, basato su una perversa scala dei valori, non ci sto. Ma se vogliamo proprio parlare di costi (e lo scrivo solo per informazione), diciamo allora chiaramente che il nostro esercito di milizia costa meno dell’1% del Prodotto Interno Lordo (il valore dei beni e dei servizi prodotti in un Paese), rispetto al 2% riscontrato mediamente dai Paesi europei, molti dei quali hanno eliminato  o sospeso la leva obbligatoria, e diciamo anche che esso genera un indotto economico -e non solo- importante.

Cancellare l’obbligatorietà del servizio di leva mina però anche un modello di società, basato sulla solidarietà e sulla coesione nazionale, che ha contribuito al grande benessere e alla libertà del nostro Paese. Questo modello coinvolge direttamente il rapporto Stato-cittadino (il milite è un cittadino soldato), che è indubbiamente una nostra specificità. A meno che l’obiettivo di alcuni non sia quello di renderci talmente omologabili agli altri Paesi europei, da cancellare i nostri valori e la nostra sovranità, ciò che sarebbe una vera tragedia.

Per l’esercito le sfide sono indubbiamente cambiate, ma non sono affatto diminuite (è bene rammentare che nell’espletare il suo ruolo di garante della sicurezza del Paese, esso interviene in caso di catastrofe, di calamità naturali, eccetera) e inoltre, nell’ambito della difesa, anche la storia recente di Paesi a noi vicini dovrebbe pur insegnarci qualcosa.

Alla luce di queste considerazioni, è più che evidente come l’oggetto in votazione il prossimo 22 settembre non sia circoscritto al funzionamento e all’impostazione della struttura militare. Quanto contenuto nell’iniziativa coinvolge tutte le cittadine e tutti i cittadini,  investendo il nostro modello di società e i nostri valori. Facciamo allora tutti la nostra parte e votiamo un chiaro e netto NO ad un’iniziativa insidiosa e pericolosa.

Iris Canonica, Associazione Libertà e Valori.ch

Relatore

View Comments

  • Cara Iris...io t farei partire per il servizio militare domani mattina!!!...Facile parlare,quando il culo è degli altri!!!
    E meno male che fai parte dell Associazione LIBERTà !!!

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