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“Divieto di Burqa”: oltre alla sicurezza c’è di più – di Lorenzo Quadri

Conformemente alla sua linea d’apertura – che non vuol essere neutralità – Ticinolive sarà lieto di ospitare uno o più contributi che combattano l’iniziativa. Gli interessati sono pregati di contattare la Redazione.


Il prossimo 22 settembre i cittadini ticinesi saranno chiamati a votare anche sul cosiddetto “divieto di Burqa”. L’iniziativa, il cui titolo completo è “vietare la dissimulazione del viso nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico”, è stata lanciata dal Guastafeste, ed appoggiata dalla Lega dei Ticinesi.

I firmatari chiedono l’introduzione del divieto di dissimulazione del viso nella Costituzione. Governo e la maggioranza del parlamento, per contro, propongono, tramite il controprogetto, di inserirlo nella legge. Meglio di un calcio nelle gengive, ma comunque insufficiente. La raccomandazione di voto della Lega è dunque quella di votare “Sì” sia all’iniziativa che al controprogetto, dando la preferenza al controprogetto nel caso entrambi venissero accettati.

Quella che, secondo taluni sarebbe una votazione su un non-problema (per costoro, qualsiasi tema che non sia sollevato dagli amici e dagli amici degli amici è un “non problema”) sta invece suscitando interesse a livello nazionale, ma anche internazionale: sappiamo ad esempio che il Wall Street Journal si sta occupando questione.

La differenza tra iniziativa e controprogetto non è di lana caprina: ci sono vari motivi per cui l’iniziativa è di gran lunga preferibile al controprogetto. Un motivo è legato al “rango” delle norme proposte. Un divieto inserito in una legge può essere modificato dal parlamento con una semplice votazione a maggioranza. Sicché il Gran Consiglio, dove il “politicamente corretto” la fa da padrone, in caso di entrata in vigore del divieto legislativo, fatti trascorrere, per l’esigenza di salvaguardare un minimo di decenza, un paio d’anni dalla votazione, ci metterebbe poco a far sparire il divieto con un colpo di spugna; magari dietro la pressione dell’esponenziale aumento dei cittadini islamici in Ticino.

Un divieto inserito nella Costituzione, per contro, potrebbe venire tolto solo tramite votazione popolare. La garanzia del rispetto dei diritti popolari sarebbe comunque data.

Poi c’è un motivo di tipo concettuale. Il controprogetto di governo e parlamento approva il divieto di mascheramento solo sulla base di riflessioni sulla sicurezza: girando con il viso nascosto è più facile commettere reati. Certamente la sicurezza è un argomento a favore del divieto di burqa, un argomento anche importante. Ma non è affatto l’unico. Il tema ha grande valenza ideale, e va a toccare i nostri diritti fondamentali: ci sta bene che un indumento (diciamo uno sgraziato sacco di stoffa, rende meglio l’idea) che simboleggia e concretizza la sottomissione della donna, la cancellazione della sua identità, ciò che è in flagrante contrasto con i nostri valori occidentali, abbia diritto di cittadinanza in casa nostra? Ci sta bene che persone straniere che vivono da noi, e quindi dovrebbero essere desiderose di integrarsi, abbiano e ostentino la chiara volontà di fare tutto il contrario, dimostrando di dare la precedenza a tradizioni tribali contrarie al nostro Stato diritto?

Se così non è, allora dobbiamo ancorare il divieto di burqa nella Costituzione cantonale.

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi

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Relatore

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  • Avvocato Michela Delcò Petralli:

    Non esiste un'esigenza di sicurezza o di ordine pubblico che possa giustifi­care tale imposizione. Quale indizio di offensività si può ravvisare in chi passeggia per le strade o va a fare la spesa? D'altra parte è ormai risaputo che il volto è un fattore di identifica­zione assolutamente fallace, ed è per questo che il riconoscimento ottico e le impronte digitali hanno da tempo sostituito la fotografia. Il divieto as­soluto non è nemmeno l'unica solu­zione per proteggere l'ordine pubbli­co o la sicurezza. Già oggi la polizia dispone di sufficienti strumenti legali per l'identificazione delle persone; dove mancano, si stanno preveden­do. Ne è un esempio il Concordato per prevenire la violenza durante le manifestazioni sportive che il Gran Consiglio ha appena approvato. Non credo nemmeno all'effetto preventivo o dissuasivo di tale misura. Non sarà la paura di una contravvenzione a fermare chi intende violare il diritto penale, rischiando una pena ben più severa di quella proposta con la mo­difica di legge.

    Quella del terrorista che si muove sot­to il burqa o il niqab è una leggenda metropolitana. Che bisogno c'è di na­scondersi sotto una tenda se le bombe moderne si possono nascondere nel fazzoletto o nella borsetta? Ci sono mai stati in Svizzera e in Ticino epi­sodi di violenza nati sotto il burqa? Questa legge sarà applicata coerente­mente a tutti i cittadini? Quale ga­ranzia di parità di trattamento ci of­fre? Dovremo rinunciare alla moda dei grandi occhiali da sole? Al cap­pello calato sugli occhi, al foulard o alla sciarpa d'inverno?
    Saremo tutti puniti, o puniremo solo le donne mu­sulmane? Gira e rigira la proposta di legge, che la si voglia di rango legisla­tivo o di rango costituzionale, finirà con l'applicarsi a loro soltanto. È quindi una legge discriminatoria, che ci mette in aperta opposizione a una cultura diversa dalla nostra e in con­trasto con la politica di integrazione e accoglienza. Qual è allora il bene da difendere?

    Vi è chi sostiene che il burqa sia lesi­vo della dignità e dei diritti della donna, altri ritengono che il burqa impedisca l'integrazione. Per quale ragione ci si preoccupa della dignità delle donne musulmane e non anche della nostra dignità? L'uso che fac­ciamo in Occidente del corpo delle donne,
    esponendolo a pezzi e bocco­ni, come quarti di macelleria, non è forse lesivo della dignità delle donne?L'anoressia e la chirurgia estetica a cui molte donne ricorrono per con­formarsi ed appiattirsi sullo stereoti­po maschile della bellezza femmini­le, non è forse conseguenza di una società sessista che oggettivizza le donne e offende la nostra dignità? Dove finisce la libertà della donna occidentale di scegliere che uso fare del proprio corpo e dove inizia la dominazione maschile? Secondo quale criterio solo le donne musul­mane devono essere salvate?

    • Ma mi chiedo una cosa...
      Se l occidente per te e tanto barbaro e non ti permette di viveere come vuoi.
      Perche non te ne vai in Arabia Saudita?
      E perche ultimamente non parli piu di siria? Ti sei finalmente resa conto che gli americani vogliono solo spazzare tutto il medio oriente?
      Sei una ragazza o sei un ragazzo?

  • Vedo che la votazione ticinese si concentra sugli abiti dei musulmani e non sulla zucca Halloween e casco della moto, vi illustro qui quello che non sarà più permesso di portare negli spazi pubblici in Ticino se dovesse passare il "SI".

    Comunque, come già commentato su TicinoLive: Questa votazione é inutile e soprattutto controproducente per il Ticino. Tra i nostri turisti contiamo molti clienti religiosi o praticanti dai paesi del Golfo e grazie a loro c'é ancora qualche albergo in vita e fanno vivere quel Ticino sempre più ridotto male. Con solo gli asiatici, la metà viene solo per il FoxTown e i Russi che hanno appena ricevuto il divieto dal loro paese di aprire conti in banche svizzere, non possiamo giocarci anche quelli dei paesi arabi.

    Per eliminare ogni equivoco, allievi, studenti e docenti musulmani praticanti delle nostre scuole possono, anche con uno "SI", continuare a portare sia lo Hidjab che il Tchador. NO! A me non piace ne uno ne l'altro nel nostro paese, io sono di religione cristiana e guardo con una certa preoccupazione all'islamizzazione dell'Europa.

    Ma é proprio qui che casca l'asino! Ci facciamo male noi stessi con una votazione che in realtà non cambia proprio NIENTE di NIENTE.

    Sò che specialmente la LEGA rifiuta ogni cosa che viene dall'UE, ma mi darà ragione se dico che ormai con il primo piede ci siamo già. Quindi la Svizzera poteva almeno in questo caso semplicemente allinearsi con un paese vicino, la Francia, che ha già preso la decisione in merito e senza ripercussioni negative. Niente adesso invece voteremmo per il sottoceneri e sopraceneri !

    PURTROPPO abbiamo un Consiglio Federale molto debole, quasi assente ed in ritardo di tutto.

  • Care signora Petralli:

    "Vi è chi sostiene che il burqa sia lesi­vo della dignità e dei diritti della donna, altri ritengono che il burqa impedisca l'integrazione. Per quale ragione ci si preoccupa della dignità delle donne musulmane e non anche della nostra dignità? L'uso che fac­ciamo in Occidente del corpo delle donne,
    esponendolo a pezzi e bocco­ni, come quarti di macelleria, non è forse lesivo della dignità delle donne?L'anoressia e la chirurgia estetica a cui molte donne ricorrono per con­formarsi ed appiattirsi sullo stereoti­po maschile della bellezza femmini­le, non è forse conseguenza di una società sessista che oggettivizza le donne e offende la nostra dignità?"
    C'e una piccolissima differenza che lei non sta prendendo in considerazione.
    Qui si puo scegliere. Negli ambienti che contemplano l uso di questi sacchi della spazzatrua, invece le donne di scelte non ne hanno proprio.
    Cosi la invito di nuovo a farsi un mesetto di vacanza in arabia saudita, cosi magari vedi le cose da una nuova prospettiva.

  • Il problema non e' nascondere il viso.
    Ma chi impone il burqa, segue alla lettera la SHARIA La sharia impone la pena di morte e la mutilazione, incoraggia la decapitazione di chi non si ravvede, incita alla pedofilia e al sequestro di persona (matrimoni combinati con ragazze di 13 anni), ecc ecc ecc.
    La sharia viola gravemente lo stato di diritto, la nostra costituzione e i diritti umani piu elementari.
    Non possiamo assolutamente accettare uno stato parallelo come la sharia dentro il nostro stato.
    Con questa votazione non risolviamo tutto il problema ma iniziamo a mettere dei paletti molto importanti!...

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