I dirigenti delle venti potenze mondiali si sono trovati in Russia, a San Pietroburgo, giovedì 5 settembre per la prima cena di un G20 scombussolato dalla crisi siriana.
Dopo giorni di scambi a distanza, la tensione è ancora salita tra il presidente francese Hollande e quello statunitense Obama da un lato – che accusano il regime di Damasco di aver ucciso centinaia di civili con armi chimiche e sostengono l’intervento militare – e il presidente russo Vladimir Putin , che mantiene il suo veto.
Segnale del gelo fra Mosca e Washington, la cordialità forzata della rapida stretta di mano fra i due presidenti e la secca dichiarazione di Putin, che ha suggerito di parlare del dossier Siria durante la cena di gala, tradizionalmente consacrata alle questioni economiche.
Una cena che ha confermato la divisione che esiste sulla Siria, ha evidenziato su Twitter il capo del governo italiano Enrico Letta : “Terminata ora la sessione serale dove si è certificata la divisione sulla Siria.”
Il denominatore comune trovato dai leader del G20 è stata solo la condanna generale dell’uso di armi chimiche. Poco prima Obama aveva sostenuto che i capi di Stato devono ammettere che l’uso di armi chimiche in Siria non è solo una tragedia, ma anche una violazione del diritto internazionale che va sistemata.
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