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Le banche, punto debole dell’Europa

Le banche sono il tallone d’Achille dell’Europa. La loro pericolosità non deve più essere provata, è sufficiente considerare la classifica fatta da Goldman Sachs delle banche europee a maggior effetto leva (dunque le più pericolose).



Questo stato di cose non è solo colpa delle banche – sono state prese nell’ingranaggio delle loro relazioni un po’ troppo strette con gli Stati. In altre parole : le banche sono i principali acquirenti di obbligazioni non solo dei loro Stati ma anche degli Stati della Zona euro.
Quando era scoppiata la crisi dell’euro, queste obbligazioni si sono rivelate delle vere bombe a scoppio ritardato poste al centro degli attivi delle banche. A questo si sono aggiunti i crediti immobiliari derivanti dalle bolle immobiliari e i fallimenti delle imprese e dei privati, che si sono moltiplicati con l’esplosione della disoccupazione, il crollo del consumo e la recessione.

Le banche europee hanno ricevuto aiuto dagli Stati, dalla Troika o dalla Banca centrale europea – tramite il piano di rifinanziamento a lungo termine, il cosiddetto LTRO (Long Term Refinancing Operations). Malgrado ciò la loro situazione rimane critica. Sono a corto di liquidità e rendono sempre più severo l’accesso al credito.

Le banche europee sono confrontate a due problemi maggiori : trovare liquidità per soddisfare i requisiti di Basilea III e togliere dai bilanci gli attivi a rischio. Hanno già evacuato 2900 miliardi di euro, ne restano ancora 3200.
Come faranno? Sicuramente aumenteranno le loro attività di trading e certamente aspetteranno un nuovo aiuto dalla Banca centrale europea.

La BCE prosegue la sua politica accomodante prevedendo ora un terzo LTRO, dopo quelli di fine 2011 e inizio 2012 per un importo totale di 1000 miliardi di euro.
Di questi 1000 miliardi, sinora le banche ne hanno rimborsati 323.

Ufficialmente, la BCE prevede di concedere una nuova tornata di prestiti perchè “gli eccessi di liquidità” vengono assorbiti dai mercati. Il che significa che vi sono sempre meno soldi (le banche rimborsano i prestiti concessi dalla BCE) ma anche che i soldi circolano meno. Il che porta all’indicatore dello stato di salute delle banche, i prestiti interbancari e al tasso di prestito.
Questi prestiti sono alla base del funzionamento delle banche. Quando si mostrano reticenti a prestarsi soldi fra di loro non è un buon segno. Di recente questo tasso è salito.

Le banche hanno prestato troppo. In mancanza di crescita, i crediti diventano sempre più dubbiosi. Per nascondere le perdite si trucca una crisi di solvibilità e la si fa diventare una crisi di liquidità, il che non appare molto grave : la banca sta semplicemente passando un mese difficile.

(Fonte : Atlantico.fr)

Redazione

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