Dal G20 di San Pietroburgo è partita un’operazione di spionaggio su vasta scala che rende ancora di più pesante il clima tra i vari paesi.
L’allarme era scattato qualche giorno dopo la fine del summit del G20 a San Pietroburgo, lo scorso settembre.
Il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy aveva consegnato alcuni gadget ai funzionari della sicurezza, che a loro volta avevano chiesto una consulenza ai servizi di controllo tedeschi.
Il responso tecnico aveva subito allertato diplomazie e intelligence di mezzo mondo : dalle prime analisi era risultato che la chiavetta Usb e il cavo Usb di alimentazione per cellulari dati in regalo dai russi ai partecipanti al summit erano strumenti per captare i dati da computer e telefoni.
Dopo la vicenda delle intercettazioni operate dai servizi di sicurezza americani sui leader di mezzo mondo, i gadget russi modificati segnano il ritorno ufficiale a un conflitto tra servizi segreti.
L’indagine tecnica affidata ai tedeschi è ancora in corso. Non si sa se tutti i partecipanti al summit, i capi di Stato e di governo dei 20 paesi più importanti oltre ai vertici dell’Unione europea hanno avuto gli stessi gadget modificati.
E’ comunque massima la preoccupazione che le chiavette Usb possano essere già state utilizzate da qualche membro delle delegazioni dei paesi partecipanti al summit russo.
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