Riproponiamo, con il consenso dell’Autore, questo articolo pubblicato nel CdT del 31 ottobre. Il portale è, come sempre, aperto anche alle opinioni della sinistra. Talvolta, addirittura, le sollecita.
L’iniziativa 1:12 suscita parecchio consenso, se non altro perché il popolo si esaspera nel contemplare le gesta degli Abzocker. Io non sapevo neppure che cosa significasse la parola. Adesso lo so. (fdm)
Il 24 novembre prossimo siamo chiamati a votare un’iniziativa direttamente legata agli scopi dell’iniziativa Minder, che il popolo Svizzero ha plebiscitato lo scorso marzo. Ricordiamolo: in Ticino il 71% delle cittadine e dei cittadini ha detto un chiaro e forte “Basta!” ai salari stratosferici dei topmanager. Stesse maggioranze schiaccianti a Zurigo e a Ginevra, sedi delle due maggiori piazze finanziare elvetiche. Il popolo ha voluto dare un segnale deciso, ha detto che salari di questa portata sono una vergogna. E, diciamocelo chiaro e tondo: sono veramente una vergogna.
Nel periodo 2002-2007 il salario dei topmanager è aumentato dell’80% (dati USTAT) mentre quello dei dipendenti è rimasto quasi al palo. Qualcosa non funziona per il verso giusto. Con Minder ci eravamo chiesti: ma chi fissa questi salari stratosferici? E la risposta era davvero sconcertante: sono i manger stessi che decidono il loro stipendio e si giustificano dicendo che questi vanno stabiliti “nel confronto internazionale”. Il che vuol dire che un gruppo ristretto di dirigenti internazionali, che si conoscono molto bene fra loro, si sostengono l’uno con l’altro per gonfiare a dismisura i propri salari.
Minder ha fatto un primo passo, dando potere anche ai piccoli azionisti di dire cosa pensano dei salari dei manager. Ora bisogna finire questo lavoro e dare proporzione a questi salari. Lo strumento più adeguato è senza dubbio votare sì all’iniziativa “1:12 Per salari equi” il prossimo 24 novembre. Concretamente l’obiettivo è dire che nessuno in azienda può guadagnare in un mese più di quanto gli altri dipendenti guadagnano in un anno intero.
In questo modo si ottengono due obiettivi: da un lato si pongono dei limiti ai salari dei manager, dall’altro si sostiene l’aumento salariale per tutti gli altri dipendenti. Sarebbe un passo importante: oggi come oggi, mediamente un manager in Svizzera guadagna 4 milioni di franchi l’anno, che corrisponde a 56 volte lo stipendio medio di una lavoratrice o lavoratore svizzero.
A tutto ci deve essere un limite. L’iniziativa “1:12” pone questo limite, senza che i manager siano costretti a fare la fame. Facciamo due conti: se in una ditta il salario più basso è di 3000 franchi, il manager guadagnerebbe la bellezza di 36’000 franchi al mese o 432’000 franchi l’anno, che non sono bruscolini. Un altro esempio: 1:12 è come 4:48. 48 anni è la vita lavorativa di chi inizia il suo mestiere a 17 anni. L’iniziativa dice che un manager non può guadagnare in 4 anni di più di quanto un lavoratore guadagna in una vita intera. Ma come fanno a pretendere ancora più soldi?
Le associazioni padronali, che rappresentano soprattutto gli interessi di questi manager rapaci, affermano che in caso di SÌ all’iniziativa le nostre imprese perderanno i loro uomini migliori oppure trasferiranno all’estero le loro sedi. Lo sappiamo: si tratta di un puro e semplice ricatto creato ad arte per far paura. In realtà l’iniziativa non peggiora i profitti aziendali, anzi li migliora. E migliora anche il clima interno alle aziende, dove nessuno si sentirà più un “figlio della serva”. In Ticino poi, dove il dumping salariale è un problema scottante, l’iniziativa 1:12 servirà probabilmente da freno alla discesa dei salari: abbassare i salari più bassi porterebbe alla diminuzione automatica del salario dei dirigenti. Le grosse aziende saranno quindi obbligate a pensarci due volte prima di tirar giù gli stipendi dei dipendenti.
Per tutti questi motivi voterò un sì convinto all’iniziativa “1:12 Per salari equi”.
Fabio Canevascini, deputato PS al Gran Consiglio
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iniziativa charamente di stampo populista, che non risolve niente, anzi crea burocrazia per controllare che non vengano usati sotterfugi, diminuisce la trasparenza delle remunerazioni, ma soprattutto è un forte incentivo per l'outsourcing dei dipendenti con i salari più bassi!
d'altra parte cosa ci si può aspettare da un iniziativa creata dal movimento giovanile juso, il cui ex-presidente a livello svizzero si è fumato una canna durante la riunione del comitato...
senza contare che Canevascini riesce anche a contraddirsi tra il terz'ultimo e l'ultimo paragrafo e addirittura riesce a contraddire uno dei dogmi fondamentali del socialismo che è quello che il reddito da lavoro deve essere favorito rispetto al reddito del capitale:
-nel terz'ultimo dice grazie all'iniziativa, si aumenterebbero i salari bassi con quello che verrebbe risparmiato sui salari dei manager: utopia pura di stampo comunista. ovviamente, anche i paracarri sanno che i salari sono determinati dalle competenze del singolo e dall'offerta di tali competenze sul mercato.
-nell'ultimo pararafo invece sostiene che l'iniziativa farebe aumentare l'utile dell'azienda grazie al risparmio sui salari dei manager: ma pensavo che i socialisti volevano favorire il reddito del lavoro piuttosto che il reddito del capitale... aumentando gli utili dell'azienda si aumenta il reddito del capitale degli azionisti!! senza contare che molti azionisti sono residenti all'estero (magari in paradisi fiscali), mentre il manager è residuente in Svizzera e pagherebbe 35% di tasse sul salario!
ma allora, mi faccia capire! l'iniziativa fa aumentare gli stipendi bassi o fa aumentare gli utili??
Premesso che non sono l'avvocato difensore del Canevascini, tuttavia la "Voce del disaccordo" non mi convince del tutto. Il Voce-discorso scetti-cont-abilmente-tributario potrebbe anche contenere schegge di verità. Ma poi? Che si fa?! Stiamo qui ad aspettare (come sempre) che il mercato si autoregoli di suo? In una società in cui l’1 per cento della popolazione (élite economiche, manager e finanza strapagati) detiene la maggior parte della ricchezza, lasciando il restante 99 per cento all’abbandono (probabilmente molti di loro mai vedranno una qualsiasi ripresa) diventiamo subito scettici e assumiamo immediatamente il dogma diramato dall'un percento, e cioè che l'iniziativa sia un boomerang per l'economia CH? Della serie: la Tobin è inutile, i redditi alti non si possono tassare perché fuggono all'estero, i globalisti bisogna sedurli con fiscalità leggere, idem per le imprese mordi e fuggi che non assumono nativi se non a regime di schiavitù, gli stipendi minimi devono restare moltominimi per permettere di essere competitivi; inoltre, che ritorni il segreto bancario che ci forniva generosi incassi fiscali! Quindi il vecchio ritornello “la ricchezza dei pochi avvantaggia tutti”. Ma proprio lì sta la vera e importante contraddizione di uno dei dogmi fondamentali del capitalismo integralista! Purtroppo, la sua solidità propagandistica regna sovrana. L’unica soluzione possibile è pagare un prezzo: il prezzo della civiltà.