“Sfiorando il muro” di Silvia Giralucci – Domani sera 24.XI su Rai uno

Silvia Giralucci aveva tre anni quando, nel 1974 a Padova, le Brigate Rosse uccisero suo padre Graziano. Quasi quarant’anni sono trascorsi da quel terribile giorno. Gradualmente Silvia ha preso coscienza di ciò che le era accaduto e ha riflettuto profondamente sul terrorismo che ha insanguinato l’Italia durante i cosiddetti Anni di Piombo. Da queste riflessioni è nato un libro, “L’inferno sono gli altri”, ed è nato un film: “Sfiorando il muro”.

Esso andrà in onda domani sera, 24 novembre, alle 23.30 su Rai uno.

Ascoltiamo le parola dell’autrice e regista.

Silvia G 7 xSilvia G 7 x

“Sono partita dalle immagini che apparivano nella nebbia dei ricordi della mia infanzia come insegne al neon: scritte sui muri, spezzoni di telegiornali, frasi monche in famiglia. E poi sono andata a cercare i testimoni, persone che, nella diversità delle storie e degli orizzonti di riferimento, hanno rischiato molto per tener fede ai loro ideali”.

Sfiorando il muro è un film documentario che indaga gli anni Settanta con una luce inedita. Un  film rivolto a chi oggi ha vent’anni per capire quel decennio ma anche a chi ne ha sessanta per  ricordare ed elaborare. È un viaggio in prima persona nella memoria divisa degli anni Settanta attraverso storie di persone tra loro antitetiche, che in qualche modo per l’autrice diventa un modo di riconciliarsi con la memoria del padre, Graziano Giralucci, ucciso dalle Brigate rosse con Giuseppe Mazzola il 17 giugno 1974 nella sede del MSI di Padova. Una vittima da una parte esaltata come un martire dalla sua comunità politica dall’altra a lungo considerata colpevole per il solo fatto di essere di destra. Per lei, un papà presente solo nei sogni, rimasto impigliato nell’attimo in cui la violenza politica è diventata terrorismo. Un film sugli anni Settanta declinato al presente.

“Sfiorando il muro” è stato presentato fuori concorso nella selezione ufficiale della 69esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, selezionato al Bellaria film festival, al Festival del cinema politico di Buenos Aires, e presentato con successo a Bruxelles, Mosca, San Pietroburgo e Novosibirsk.


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