Infermieri ticinesi, italiani, balcanici – Un post di Lancelot du Lac


Un gruppo Facebook che in poche settimane ha conseguito un folgorante successo (numerico) è “Basta stare zitti!” – “È un nostro diritto avere un lavoro”. Oltre 2700 adesioni! Ma… non è tutt’oro quel che luccica. La scrittura è aggressiva, abbondante, talvolta diluviale, e trasuda una immensa frustrazione; purtroppo quasi mai riesce, valicando lo stadio del puro lamento, ad essere propositiva.

Abbiamo scelto per voi questo lungo post, calmo e ben argomentato. Ahimè, una rondine non fa primavera! (fdm)

Lancelot Du Lac    Parlo da infermiere. Premetto che non è giusto puntare il dito sui frontalieri come personale sanitario che “ruba” il lavoro, visto che loro vanno (giustamente) dove ci sono le condizioni migliori. Quindi, un po’ di rispetto non guasterebbe visto che lo farebbe chiunque.

Detto questo, posso anche spiegare il motivo per il quale vengono assunti spesso infermieri esteri invece dei residenti. Noi che abbiamo frequentato la scuola in Ticino (SUPSI o SSSCI), ci facciamo conoscere durante gli stage e questo ci permette, perlomeno, di essere assunti con discreta facilità una volta ottenuto il diploma. Il nostro problema (che gli impiegati di commercio conoscono molto bene) è che non abbiamo una precedente esperienza lavorativa (ovvio, ci siamo appena diplomati). Un infermiere estero (sia italiano, che proveniente dai Balcani), vanta magari 20 anni di esperienza in settori specialistici e fa un concorso con noi per un posto di infermiere generico.

Sul piatto della bilancia che cos’ha il datore di lavoro? Ha un neodiplomato che conosce il tessuto sociale (si spera) con esperienza zero, al quale sarà riconosciuta una classe di stipendio base (EOC classe 12, scatto 1); dall’altra parte ha un infermiere con 20 anni di esperienza alle spalle, al quale per ragioni X dettate dalla situazione economica disastrosa ecc. non riconoscerà l’esperienza maturata all’estero, siccome non può essere certificata al 100%; dunque EOC classe 12, scatto 1.

Dove sta il vero guadagno? Al prezzo di un neodiplomato assume un infermiere con 20 anni di esperienza che (si spera) sappia già lavorare in modo autonomo ed efficace. Inoltre, e questo è purtroppo un dato di fatto, l’assunzione del personale frontaliere va ad indebolire il potere contrattuale del personale stesso.

Perché dico questo? Semplice, perchè un frontaliere non farà mai “gruppo” nel rivendicare stipendi più alti, condizioni di lavoro migliori e quant’altro, visto che, per sua fortuna, quello che guadagna qui da noi, è il triplo, o quadruplo?, di quello che prenderebbe in Italia. Chiunque al suo posto se ne starebbe in silenzio al suo posticino.

Riassumendo e parlo da infermiere svizzero, residente in Ticino, che lavora in Ticino, le persone che non sanno lavorare, i pessimi lavoratori, non hanno un passaporto specifico, non hanno una nazionalità e una razza specifica, sono ovunque. Il problema è in alto. Prenderci a cazzotti tra di noi, permette solo di generare inutile confusione e glissare sull’argomento principale, che è il menefreghismo globale della classe politica.  Auguro a tutti una felice festa della befana!

Lancelot du Lac

Relatore

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  • bravo! analisi del problema perfetta!
    ...ed ora non resta che trovare la parata nel rispetto degli accordi internazionali...per es. obbligando l'eoc a riconoscere l'esperienza maturata all'estero così da non permettergli di sottopagare il personale con esperienza. Probabilmente basterebbe un adeguamento del regolamento interno all'eoc per mettere in atto una tale misura. Così facendo si renderebbe più caro il personal estero con esperienza e si favorirebbe i nostri neodiplomati...

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