Con un vento glaciale, a Chicago – nel nord-est degli Stati Uniti – la temperatura percepita è scesa sino a -50 °C.
La città è stata ribattezzata “Chiberia” dai suoi stessi abitanti. Dall’inizio della settimana, Chicago sembra in effetti una regione della Siberia. Congelata come gran parte del nord, del centro e dell’est del paese, colpita in pieno da un’intensa ondata di freddo.
Lunedì 6 e martedì 7 gennaio le autorità cittadine hanno occupato gli schermi televisivi per martellare lo stesso messaggio : “restate a casa”.
Vanessa, 30 anni, parla di una similitudine con il film apocalittico “The day after tomorrow”, che narra dell’avvento di una nuova glaciazione : “C’è stato un black-out totale – racconta a francetv info – Nessuno poteva uscire, le scuole erano chiuse, gli uffici erano chiusi. Un fatto senza precedenti per gli Stati Uniti, dove di solito tutto è aperto 24 ore su 24.”
Residente a Chicago dal gennaio 2012, questa studentessa si è chiusa in casa, ma a un certo punto è dovuta uscire : “E’ vietato fumare in casa – spiega – dunque a un certo punto sono stata obbligata a uscire sul balcone. In pochi minuti la parte interna del mio naso è congelata e i vasi sanguigni sotto gli occhi sono scoppiati.”
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non saranno mica gli effetti collaterali del global warming?
sollecitiamo un più massiccio impiego di aerei chimici che con le loro scie ci proteggeranno..