Comitato cantonale PPD pre 9 febbraio ieri sera a Rivera. Serataccia fredda e piovosa, probabilmente poca gente (a giudicare dai risultati numerici delle votazioni).
Accortamente il PPD ha evitato il voto “bulgaro”. (Attribuiamo una connotazione negativa a questo termine non già perché ce l’abbiamo con la Bulgaria, la quale non ci ha mai fatto nulla di male, ma perché il voto “bulgaro”, intessuto di timore e dissimulazione, svilisce la democrazia e svilisce le persone, costringendole a comportarsi da burattini).
Ma il partito ha anche perso un’eccellente occasione per “smarcarsi” rispetto all’avversario “atavico” (questa classica contrapposizione perdendo oggigiorno molto del suo peso in presenza di una ingombrantissima entità “non atavica”…) A questo punto la posizione politicamente corretta (e conforme ai desideri dei capi federali) è stata assunta. La parola passa al cittadino elettore.
Dopo breve dibattito tra avvocati (Gianmaria Mosca per il SÌ e il vice presidente del partito Maurizio Agustoni per il NO; Ticinolibero valuta più convincente la prestazione di quest’ultimo) il Comitato ha votato con voto non bulgaro (ma a mio avviso assai deludente): 25 SÌ, 61 NO. Numeri bassi. Forse in pochi avevano osato affrontare una brutta serata inclemente.
Francesco De Maria
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