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Evasione fiscale. Il Credit Suisse ammette la frode e accusa i suoi impiegati

Il colosso bancario svizzero Credit Suisse ha segretamente e attivamente reclutato migliaia di clienti americani per aiutarli a sottrarre soldi dei redditi al fisco. E’ quanto si legge in un rapporto della Commissione d’indagine del Senato americano.

La pubblicazione del rapporto, martedì 25 febbraio, conclude due anni di indagini parlamentari e precede di qualche ora l’attesa audizione del direttore generale del Credit Suisse, Brady Dougan, e di altri dirigenti della banca, mercoledì al Senato americano.

“L’indagine mostra che nel 2006 il Credit Suisse aveva oltre 22’000 clienti americani con conti svizzeri i cui averi oltrepassavano 12 miliardi di franchi svizzeri.
Malgrado che il Credit Suisse non abbia determinato né stimato quanti di questi conti fossero nascosti alle autorità americane, i dati suggeriscono che la maggior parte non era dichiarata.”

La stima della commissione, basata sui dati della banca, fa stato di circa 19’000 clienti americani che detenevano conti nascosti alle autorità fiscali, per un valore complessivo di circa 5 miliardi di dollari.

A seguito di queste rivelazioni, la banca ha ammesso che “un piccolo gruppo di banchieri privati basati in Svizzera” si erano comportati in maniera scorretta. La banca ha aggiunto che i vertici del Credit Suisse non erano al corrente di questo modo d’agire.

Un comunicato della banca precisa : “Un’indagine interna ha mostrato che un piccolo gruppo di banchieri privati, che lavoravano su un desk centrato su grossi conti detenuti da residenti americani, avevano avuto un comportamento scorretto. Nessuna prova che dimostri che la direzione esecutiva della banca fosse al corrente di questi problemi è stata trovata da questa indagine interna.”

Fra le pratiche segrete rivelate dal rapporto del Senato americano :

L’invio di banchieri svizzeri negli Stati Uniti per trovare clienti, soprattutto in occasione di eventi sponsorizzati dalla banca e tornei di golf in Florida.
La creazione di un ufficio a New York per queste attività.
La messa in relazione di intermediari capaci di creare entità offshore per nascondere l’origine dei fondi.
Nel 2008, più di 1’800 banchieri del Credit Suisse gestivano conti di clienti americani, di cui diversi non dichiarati al fisco. Le transazioni erano fatte in modo da evitare le dichiarazioni fiscali negli Stati Uniti. Società esterne ingaggiate dal Credit Suisse permettevano di fornire a determinati clienti carte di credito per usare segretamente i fondi evasi.

Dal 2008 al 2011, dopo lo scoppio dello scandalo dell’evasione fiscale presso UBS, il Credit Suisse ha cercato di regolarizzare la situazione, chiedendo ai clienti coinvolti di chiudere i propri conti o di dichiararli.
In totale, dal 2006 al 2013 il numero di conti di clienti americani presso il Credit Suisse è diminuito del 85%, precisa il rapporto del Senato, che conclude che l’evasione fiscale era praticata da un totale di 19’000 clienti della banca.

(Fonte : Le Monde.fr)

Redazione

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