Alla fine del 2013, in Svizzera lavoravano 278’500 frontalieri. Un aumento di 10’200 persone in un anno.
La crescita è tuttavia meno importante del 2012, quando l’aumento era stato del 6%, ha indicato lunedì l’Ufficio federale di statistica. Più della metà dei lavoratori frontalieri provengono dalla Francia, un quarto dall’Italia e un quinto dalla Germania.
In generale la manodopera frontaliera tende a lavorare nelle professioni meno qualificate, rileva l’UFS. Quattro quinti dei frontalieri sono attivi in tre regioni principali : un quinto in Ticino, un terzo nella regione del Lemano e un quarto nel nord-ovest del paese.
In Ticino i frontalieri rappresentano il 25,5% degli attivi occupati, mentre nelle due altre regioni la proporzione è di un frontaliere per 10 attivi occupati.
In cinque anni, in Svizzera il numero dei frontalieri è aumentato del 28,7%, passando da 216’400 persone nel 2008 a 278’500 nel 2013.
L’aumento più marcato si trova presso il personale amministrativo (72,5%), nelle professioni meno qualificate (56,2%) e presso i quadri d’azienda (40,1%). Tuttavia, questi ultimi sono reclutati sempre più lontano dalle frontiere (26,4%).
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