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Cassa malati unica = più stato : io voto NO – di Guido Robotti

Alcuni anni fa il popolo svizzero a grande maggioranza bocciava in votazione il progetto di una cassa malati unica con premio proporzionale al reddito.

Prossimamente saremo chiamati ad esprimerci sul progetto di una cassa malati unica (e pubblica). Nonostante l’assicurazione malattia di base sottostia a regolamentazioni per le quali il settore non possa essere assimilato ad un contesto di libera economia, l’iniziativa ha comprensibilmente il compatto sostegno della sinistra, che fedele ai propri ideali é favorevole al trasferimento di compiti dal settore dell’economia privata allo stato.

Meno comprensibile l’idea che una cassa malati unica possa contribuire al contenimento dei premi. Attualmente circa il 95% del premio pagato dagli assicurati serve per coprire le spese mediche. Il 5% serve per coprire costi amministrativi ( gran parte di questa percentuale viene usata per meccanismi di controllo, che nei recenti dibattiti si é tra l’altro detto debbano venire potenziati. Di fatto anche ammesso ( e non concesso !) che la cassa malati unica possa ridurre i costi amministrativi l’impatto non andrebbe oltre una percentuale inferiore a quella dell’aumento annuo costi dei sanitari, quindi non avrebbe alcun impatto sull’evoluzione dei premi. Sarebbe comunque uno dei rarissimi casi (se non l’unico) ove il settore pubblico dimostrerebbe più efficienza del privato! Il progetto ha anche il sostegno di molte voci della cosiddetta “destra populista”, che sostiene come l’evoluzione dei premi dei cittadini vada calmierata, senza evidentemente cercare di razionalizzare l’offerta. Non penso quindi sia necessario essere dei premi Nobel dell’economia per comprendere che i premi verranno contenuti semplicemente trasferendo una sempre crescente fetta di costi della salute a carico dello stato e quindi della fiscalità e della solita fascia di cittadini-contribuenti.

Se la sinistra e la destra populista fanno comprensibilmente il loro lavoro, il pericolo é a mio avviso che a loro si uniscano tutti coloro (tra i quali purtroppo non pochi professionisti del campo sanitario) che vogliono esprimere il proprio malcontento nei confronti delle “casse malati”. Poco importa se le critiche che questi fascia di popolazione (fondamentalmente liberista) esprime derivino dal sistema “semi-pubblico” che regola il comparto della salute. Il grande rischio é che proprio i liberisti per togliersi il sassolino dalla scarpa fungano da ago della bilancia, cadendo poi dalla padella nella brace….per poi piangere sul latte versato.

Guido Robotti, medico, area liberale

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