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Burkhalter sentenziò: “Il referendum è illegale” – di Gianfranco Soldati

17.3.2014: sottotitolatura a RaiNews 24: I-taglia, Ger-magna. Ricorda l’iscrizione sulla statua della Patria a Torino: “matri magnae filia grata” (alla grande madre la figlia grata), tradotta da Lorenzo Stecchetti in “la madre magna e la figlia se grata”.

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Ieri, con voto bulgaro, il popolo di Crimea ha deciso la secessione dall’Ucraina e l’adesione alla Russia. Una decisione esecrata da tutto il mondo occidentale (leggi USA e vassalli), dichiarata illegittima e illegale dai portaparola europei, decisa anche (altro voto bulgaro) dall’Onu, ma bloccata dal diritto di veto della Russia, diretta interessata, e con astensione della Cina. Detto tra parentesi, questo diritto concesso a 5 paesi (tra i quali 4 vincitori della seconda guerra mondiale, la Francia è riuscita a farsi passare per vincitrice, ma in realtà fu la più grande perdente di quella guerra) è la dimostrazione “vivente” dell’arroganza dei vincitori di guerre: nell’euforia della vittoria non resistono alla tentazione dell’autoesaltazione e creano condizioni che per finire li ridicolizzano.
A spingere il ragionamento all’assurdo, un assassino statunitense, cinese, russo, inglese o francese dovrebbe avere il diritto di veto nei confronti del tribunale che lo vuole e deve giudicare.

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Il presidente della Confederazione svizzera, ministro degli Esteri, presidente per 6 mesi dell’OCSE, obnubilato dall’accesso a quest’ultima carica si è subito creduto grande e ha sentenziato: la votazione in Crimea è illegale. Ha ottenuto due risultati: quello di terrorizzare Putin, che da allora non riesce a chiuder occhio, e quello di convincere me che quando l’intelligenza piovve sulla terra lui aveva l’ombrello aperto. La Svizzera finora, è vissuta e sopravvissuta solo rispettando scrupolosamente la neutralità. Cosa crede di migliorare o di guadagnare questa sciagura nazionale, che oltretutto si e ci ridicolizza con i suoi ruggiti da topolino?

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Adesso, in Ucraina, piaccia o non piaccia agli “occidentali”, una soluzione che non sia la guerra civile è possibile solo tramite un governo di coalizione. A sua volta il governo di coalizione non può farsi altrimenti che tra le due fazioni che fino a ieri si sono sanguinosamente massacrate, quella dei sostenitori del presidente filorusso scacciato, e quella dei filoeuropei che hanno preso il sopravvento. Altrimenti si resta in situazione di incombente guerra civile, con conseguenze catastrofiche che non sono difficili da immaginare. La domanda da porci (come diceva Flavio Maspoli, la domanda da porsi, non da maiali) è questa: riusciranno, le due fazioni, a creare una coalizione, quando ancora non hanno finito di seppellire i reciproci morti?

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Resta la possibilità di un intervento armato della Nato, non certo dell’UE, che in fatto di eserciti e politica estera è un nanerottolo, la Gran Bretagna non essendo disposta ad interventi in nome di qualcuno che non siano gli USA. Dire Nato vuol dire USA, un paese stanco delle troppe guerre del recente passato, in situazione finanziaria disastrosa, tentennante nella guida, come dimostra la recente evoluzione dei fatti di Siria. Scommetterei senza esitare su un non intervento della Nato, men che meno diretto degli USA.

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Che in fatto di potenza gli USA surclassino ancora il resto del mondo può darsi per accertato. Ma anche la Russia dispone di parecchi atout:
1. armamenti atomici con relativi razzi a lunga gittata,
2. capacità tecnologiche militari in campo spaziale, aereo, navale e terrestre di alto livello,
3. estensione territoriale gigantesca, che costituisce un’arma di difesa che mai è stata vinta nel corso della sua storia, e tale è probabilmente ancora al giorno d’oggi,
4. l’aiuto sicuro ed obbligato della Cina, i cui dirigenti sanno benissimo che, se permettesero la sconfitta della Russia di Putin, il turno successivo toccherebbe a loro,
5. la disponibilità quasi illimitata di materie prime e di agenti energetici sul proprio territorio,
6. il fatto di poter contare su tonnellate di dollari nelle loro riserve, e che la Cina di dollari ne detiene ancora più, mentre gli USA, notoriamente, non conservano rubli (e, sembra, neanche renmimbi) nei loro forzieri.
7. senza i rifornimenti di Gazprom gli europei che adesso schiamazzano finirebbero assiderati già nell’inverno 2014-2015.

La conclusione quasi obbligata mi sembra questa: gli occidentali (in primis gli USA) incasseranno ancora una sconfitta, le acque si cheteranno e la Russia si terrà la Crimea, che fu del resto per secoli ambita zona di villeggiatura dei suoi potentati e sua testa di ponte di enorme importanza quando si doveva fronteggiare l’impero turco.

Gianfranco Soldati

Relatore

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