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Ucraina. Barack Obama non ha visioni né opzioni

Mentre il presidente Putin prosegue il piano di “destabilizzazione” dell’Ucraina, gli Stati Uniti non possono che lanciare vani appelli al governo russo affinchè abbandoni le mire sul territorio ucraino, in un evidente contrasto fra la determinazione del capo del Cremlino e lo sconcerto che plana sulle capitali europee, paralizzate dall’evolvere della situazione.

Dopo aver annesso la penisola della Crimea, Putin è passato alla fase di provocazione nell’est dell’Ucraina, mentre decine di migliaia di soldati russi sarebbero posizionati alle frontiere, pronti a entrare in territorio ucraino.

“Sono presenti tutti gli elementi di un’assistenza “fraterna” imminente a una popolazione etnicamente russa che si suppone sia minacciata dal governo di Kiev – commenta l’analista Michael Weiss in Foreign Policy – La Russia è un piromane che pretende di fare l’ispettore della sicurezza contro gli incendi. Il suo metodo è prevedere il caos e poi scatenarlo.”

Il Segretario di Stato americano John Kerry ha detto, giovedì scorso di fronte al Congresso, che forze speciali russe si trovano già in Ucraina, anche se non esistono prove chiare.

Queste constatazioni non aiutano gli Stati Uniti a mettere a punto la sua replica.
“Gli americani non sanno cosa fare – commenta lo specialista della Russia Mark Galeotti – Il governo di Washington non è preparato per questo genere di aggressione camuffata, è abituato a lavorare da Stato a Stato, ma in assenza di un chiaro passaggio delle frontiere da parte delle truppe russe, si limita a avvertimenti vaghi, del genere ‘Non invadete’. Vista da Mosca la cosa è poco convincente.”

Il lobbista repubblicano ­Bruce Jackson considera che la retorica americana ‘molto da guerra fredda’ non può essere credibile, perchè non viene accompagnata da atti concreti, in quanto gli Stati Uniti non si impegneranno militarmente.
Le telefonate di Obama a Putin non hanno dato risultati e gli incontri Kerry-Lavrov nemmeno.
Il vice presidente americano Joe Biden sarà a Kiev il 22 aprile per portare il sostegno degli Stati Uniti. Un’eternità, visto quanto sta accadendo.

I russi se ne infischiano delle sanzioni economiche decise a Washington e a Bruxelles contro alti esponenti della gerarchia russa.
La Casa Bianca ha promesso sanzioni molto più pesanti contro i settori vitali dell’economia russa (gas, petrolio, banche) qualora i russi dovessero entrare in Ucraina, ma “una simile decisione, potenzialmente dolorosa per Mosca, sembra impossibile – commenta Mark Galeotti.

Secondo Galeotti, se Stati Uniti e Europa fossero davvero decisi a fermare i russi, dovrebbero formulare linee rosse chiare.
“La NATO potrebbe dire che manderà una missione per formare le truppe ucraine a Kiev, qualora i russi oltrepassassero le frontiere – prosegue Galeotti – Sarebbe un modo di creare un rapporto di forza sul terreno, come Putin fa in continuazione. Ma questo implica stabilire chiaramente un perimetro che va messo in sicurezza.”

Ian Bremmer, presidente del think-tank Eurasia Group ritiene che “la Casa Bianca esclude qualsiasi intervento militare. Gli americani aiuteranno l’Ucraina economicamente e a rinforzare la difesa dei loro alleati della NATO, ma Obama ha meno interesse per l’Ucraina di Putin. Questo crea un vantaggio per la Russia.”

“Per Washington il dossier ucraino è serio, ma non vitale – conferma Galeotti. Solo un americano su 6 sarebbe in grado di piazzare l’Ucraina su una mappa, secondo un recente articolo del Washington Post, una cifra che diverte sicuramente il Cremlino.

(Fonte : Le Figaro.fr)

Redazione

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