L’orso espiatorio – di Gabriele Alberto Quadri

Ai miei amici di trincea

 

Hanno ucciso un orso, a Poschiavo: un orso troppo abituato a percorrere sentieri fuorvianti e raramente calpestati. In paese era conosciuto come un perfetto esemplare d’orso misantropo. Insomma, non s’era ancora adeguato alle buone regole del convivere sociale! Proprio come il lupo solitario aveva abbandonato il suo branco e,  illudendosi di potersi ancora garantire un brandello di libertà, aveva scelto la via dell’individualismo critico.

 

Basta! – aveva tuonato il sagrestano – con questi individui che puzzano l’anarchia! Basta! – aveva imprecato l’Arciprete, un bel mattino, dal suo pulpito domenicale – con queste creature demoniache che disorientano i fedeli! Basta! – urlò il Podestà dall’alto del suo civile scranno – con i vagabondi del libero pensiero, che sconcertano l’elettorato!  Per finire, tutti concordarono che bisognasse eliminarlo in fretta e in silenzio, senza che i media locali e internazionali ne facessero un indegno eroe elvetico, una specie eretica e spergiura di Guglielmo Tell: antropologicamente, un “orso espiatorio”!

 

Chiamarono così gli addetti dell’ Economia e dell’Esercito, anche perché con la sua locomozione plantigrada, la strana bestia  non aveva mai saputo marciare in gruppo, al passo delle “magnifiche sorti progressive”, insomma troppo poco conformista!

 

Per i franchi tiratori del sistema fu facile bersaglio e, una volta cadavere, fu chiamata una speciale delegazione dell’Ufficio federale di statistica. Purtroppo, nessuno di quei valenti burocrati riuscì a classificare il  mostro di Poschiavo, a incasellarlo in un qualsiasi settore del prestigioso Archivio di Stato.

 

Qualche benpensante consolò la prole del borgo raccontando la terribile leggenda dell’Orso apolide che mangiava i bambini; una suora superiora spaventò le converse con orrendi attentati al pudore orditi da un orso in libera uscita; il preside delle medie convocò in aula magna gl’imberbi alunni tenendo un sermone sulle catastrofi dell’insubordinazione e dell’indisciplina…

 

Hanno ucciso un orso, a Poschiavo: un orso che scriveva poesie!

Gabriele Alberto Quadri


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