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Annotazioni luganesi di stretta attualità

di Francesco De Maria

1. La sezione luganese del PPD ha un nuovo presidente. Si chiama Angelo Petralli. 41 anni, selvicoltore, presidente del Patriziato di Scareglia e del Gruppo Carnevale “El Coleta” di Maglio di Colla. Ha battuto in votazione segreta un altro Angelo, Bernasconi (il risultato esatto dello scrutinio non è stato reso noto). Succede a Laura Tarchini.

Carlo_BorromeoCarlo_Borromeo2. Naso, piedi, occhi. Questo trinomio ci fornisce l’essenza di san Carlo Borromeo secondo il professor Luigi Zanzi, che ha parlato ieri sera alla Biblioteca cantonale. Meravigliosamente, benché sofferente, ha parlato; di questo arcivescovo santo, terribile, “autotorturatore di se stesso”. Finito e sfinito a quarantasei anni. Feroce camminatore per tutte le valli e le parrocchie del Ticino. Fustigatore dei preti infingardi. Del naso di Carlo parla anche Maria Bellonci, la cantatrice della Mantova ducale, ne “I segreti dei Gonzaga”, in relazione al matrimonio non consumato dell’erede Vincenzo (poi duca Vincenzo I) con Margherita Farnese dei duchi di Parma. Pare che la sventurata fanciulla soffrisse di una malformazione (ma i Farnese, indispettiti, insinuavano che…) A dirimere la spinosa questione fu chiamato l’arcivescovo Carlo, esercitante e giudicante oltre le sue competenze normali e canoniche. “Appena la falce del gran naso di San Carlo appare…” (“in questa storia, si capisce subito che la causa di Margherita è perduta”), scrive l’autrice. Finirà in convento e Vincenzo sposerà una de’ Medici. Con accompagnamento di vicende ridicole e succulente che oggi non vi racconto.

Mentre ascoltavo Zanzi pensavo: “Ex abundantia cordis loquitur os”, la bocca parla dall’abbondanza del cuore. Il miracolo della parola, il più grande di tutti! Ma già l’ora incalzava. Vergognandomi un po’ e pestando i piedi a troppi, me ne scappai via con anticipo, dirigendomi verso l’alto Sonvico, dove Tak, Miro, Tiz, Liliana, Tonica e Cecilia mi attendevano per la cena.

3. Sembra nata morta la pensata del Governo sul credito a Expo 2015. In sintesi: ci accontentiamo di miseri 1.676.000 invece dei 3 milioni e mezzo, onoriamo unicamente le promesse già fatte, non facciamo perdere la faccia al Cantone, ecc. La visione del nodoso randello è impressionante: 12.000 firme raccolte, un trend psicologico pieno di slancio; l’incubo di una votazione in settembre, probabilmente persa. Zero franchi e una batosta mica da ridere.

E allora, inghiottito un cospicuo rospo, facciamo la nostra avance. Buona idea? Cattiva, direi. Meglio sarebbe stato applicare la regola: in una situazione precaria e ansiogena, astenersi dal panico. La Gestione reagisce con freddezza. Dadò imperversa da par suo. Attilio, sornione e beffardo, declina: “Questa proposta giunge fuori tempo massimo. Adesso si vota!”

4. Parlare? Tacere? Il dilemma della stampa schierata. Si rimprovera al Mattinonline “di non scrivere una parola sul processo Lumino’s”, che in vario modo coinvolge Attilio Bignasca e Silvano Bergonzoli, esponenti leghisti (oltre, s’intende, al consigliere di Stato defunto). Su questo specifico punto ho tentato di punzecchiare l’amico Mattia Sacchi durante un’agape festosa – da Davide, Tak a fungere da anfitrione – in quel del “sommo vico”. Nulla mi ha risposto, ma ha ridacchiato sornione e alzato gli occhi al Cielo.

Il Mattinonline dal canto suo se la prende con la Regione (e la RSI), rea di ammutolirsi sul caso dell’ “Anna-Biscossa-col-rumeno-abusivo-in-cantina”.  Due pesi/due misure rispetto al caso Item, l’eletta procuratrice in quota UDC colta in fallo e ritualmente massacrata. Colpisce l’immagine che il portale propone dell’ex presidente socialista: scarmigliata e potente, quasi assatanata, come volesse “impiccare l’ultimo papa con le budella dell’ultimo re”.

5. Dei tempi della giustizia. a) Il Procuratore generale ha ascoltato, indagato e condannato l’avvocato Item (con decreto d’accusa) in 1 giorno (record svizzero, anzi mondiale, anzi galattico).  b) Al processo contro il noto magnaccia (intendevo: il direttore) si è giunti in pochi mesi.  c) Un mio caro amico – che si è trovato di fronte un uomo facoltoso e potente – aspetta giustizia da quindici anni. L’avrà, verosimilmente, in Cielo, poiché Dio è giusto. Ma noi siamo grotteschi e indifendibili.

Work in progress, continua

Relatore

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