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Nel silenzio dei media, una coalizione di 120 organizzazioni europee si oppone al Trattato transatlantico

Oltre 120 organizzazioni europee accusano i negoziati condotti dalla Commissione europea con gli Stati Uniti sul Trattato transatlantico (TTIP). In una dichiarazione congiunta del 21 maggio, queste organizzazioni esigono un cambiamento radicale nei negoziati in corso sul trattato di libero scambio UE/USA. Il tutto mentre prosegue l’ostinato silenzio dei grandi media.

Organizzazioni di difesa dell’ambiente, movimenti sociali, associazioni dei consumatori, organizzazioni di difesa della democrazia, sindacati, … tutti si oppongono al Trattato transatlantico del commercio e dell’investimento, che privilegierà gli interessi delle società americane a discapito di quelle europee.

L’accordo verte su temi diversi, dalla sicurezza sanitaria degli alimenti ai diritti numerici, dalle norme in materia di diritto del lavoro alla protezione sociale e ambientale. Le 120 organizzazioni insistono sugli aspetti inaccettabili del trattato e dei negoziati :

. L’opacità e il carattere non democratico dei negoziati sul trattato

. l’ammorbidimento a favore delle società americane delle norme previste dal trattato

. il meccanismo di regolamentazione delle questioni fra investitori, che permetteranno alle società americane di denunciare l’Unione europea o i suoi Stati membri.

. la struttura di governanza non democratica proposta, con un Consiglio di Cooperazione Regolamentare per un’armonizzazione progressiva delle regole e delle procedure.

Johannes Lauterbach, di Attac Germania, ritiene che il TTIP favorisce il controllo e i diritti delle imprese americane, danneggiando il controllo democratico e i diritti delle persone : “Il trattato minaccia di considerare questioni molto diverse. E’ unendo le forze e offrendo una visione d’insieme che daremo alla coalizione europea tutta la sua forza.”

Sono il governo americano e la Commissione europea, a nome degli Stati dell’UE, ad essere incaricati dei negoziati. Di fronte a deboli barriere doganali applicate al commercio delle merci fra Stati Uniti e l’UE, il TTIP punta ad ammorbidire ancor più le regole e le procedure di approvazione in materia di sanità e della sicurezza – protezioni che per i fautori del trattato sono d’intralcio al commercio.

Per Geneviève Savigny, del Coordinamento europeo del movimento agricolo La Via Campesina “L’obiettivo è chiaro : ridurre le regolamentazioni esistenti per il profitto delle multinazionali. La maggior parte degli agricoltori vedranno diminuire i loro redditi e molti dovranno abbandonare le proprie terre. I consumatori saranno più vulnerabili, si ritroveranno con carne agli ormoni e OGM nei piatti, senza poter dire nulla.”

Wolf Jäcklein, del sindacato CGT, spiega che “la creazione di un mercato comune transatlantico è la chiave di volta di un ambizioso programma di liberalizzazione delle economie. Il trattato rischia di riprodurre gli errori del Trattato di Roma, ossia : l’UE si è trasformata in una fabbrica che mette i lavoratori dei suoi Stati membri in concorrenza fra di loro, contribuendo al dumping sociale.”

La coalizione chiede un rifacimento del trattato affinchè priorità venga data alla popolazione e all’ambiente : “Respingiamo in blocco il trattato e l’idea secondo la quale un’accresciuta liberalizzazione sarebbe di beneficio all’ambiente o all’economia. L’Europa ha bisogno di una miglior protezione sociale, un maggior azionariato pubblico, norme più elevate, più diritti umani e diritti degli animali e una maggior protezione dell’ambiente – commenta Joe Mobbs del collettivo francese Les Engraineurs.

(Fonte : blogapares.com)

Redazione

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  • Scrivo da un secolo che l'UE non è altro che una colonia degli USA, un paese aggressivo che nella difesa dei suoi interessi procede come un rullo compressore senza alcun riguardo per gli interessi dei vassalli, valvassori e valvassini del mondo occidentale. Le proteste di tutte le associazioni menzionate in questo articolo mi fanno ridere, visto che si tratta di ingenui che credono ancora che l'UE sia un qualcosa di libero e indipendente, in grado di trattare da pari a pari con gli USA.

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