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Summit G7 : disaccordo per nuove sanzioni contro la Russia

Al summit del G7 a Bruxelles, il 5 giugno, il comunicato ufficiale alla fine della cena di gala fra i capi di Stato di Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Giappone, Italia e Canada, presso la sede del Consiglio dell’Unione europea, diceva :

“Siamo pronti a intensificare le sanzioni mirate e a attuare nuove e importanti misure restrittive per far pagare un costo supplementare alla Russia se gli eventi lo richiederanno.”

Durante il summit è stato discusso di Ucraina e Russia, ma contrariamente a quanto hanno riportato le varie dichiarazioni ufficiali, non è stato deciso nessun piano concreto in vista d’imporre una nuova serie di sanzioni alla Russia, come insisteva di fare l’amministrazione Obama.
Addirittura, durante le discussioni sono apparse divergenze circa l’impatto di queste misure, che Obama vuole severe ma che gli altri considerano dannose per l’economia europea.

Il governo di Washington ha cercato di far crescere al massimo le tensioni con la Russia, da quando ha orchestrato e sostenuto, in collaborazione con la Germania e altri governi europei, il colpo di Stato in Ucraina lo scorso febbraio, che ha portato alla partenza del presidente Viktor Iaoukovitch.
Non solo gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche alla Russia, ma hanno anche dispiegato mezzi militari in Polonia e nel Baltico, mandato navi da guerra nel Mar Nero e disposto truppe alle frontiere con la Russia.

Il comunicato sulla politica estera redatto dal G7 è notevole per la sua ipocrisia. Loda la riuscita organizzazione delle elezioni in Ucraina del 25 maggio, vinte dal miliardario Petro Poroshenko, ignorando il fatto che milioni di ucraini non hanno votato nell’est del paese, dove sono militarmente sotto assedio.
Il comunicato incoraggia il nuovo governo di Kiev a mantenere un atteggiamento misurato nelle operazioni che conduce per ristabilire l’ordine pubblico nell’est dell’Ucraina e loda la sua volontà di proseguire il dialogo nazionale senza esclusive.

Mentre il G7 fa queste dichiarazioni, dall’est dell’Ucraina giungono le prove delle violenze commesse sulla popolazione dalle truppe governative. Violenze che potrebbero essere qualificate di crimini di guerra.
Il governo russo ha dichiarato che nella regione si sta verificando un disastro umanitario. Il 4 giugno, migliaia di rifugiati avevano oltrepassato la frontiera russa per sfuggire ai bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione di Kiev.
Il regime ucraino fa vasto uso di armi non autorizzate dalle convenzioni internazionali, come le bombe a grappolo lanciate sull’edificio dell’amministrazione regionale di Lugansk all’inizio della settimana scorsa, un attacco nel quale erano state uccise otto persone.
E’ stato anche riportato che dopo un pesante bombardamento della città di Krasnyi Lyman, nella regione di Donetsk, membri della Guardia civile avevano invaso l’ospedale e ucciso una ventina di feriti.

Toni diversi per quanto riguarda la questione economica. Il comunicato del G7 approva gli accordi conclusi con il Fondo monetario internazionale e altre agenzie e governi, ma non ha proposto nuovi fondi per l’economia ucraina, che è in caduta libera.
Invece, esige che il regime di Kiev onori l’impegno di condurre le difficili riforme che si riveleranno cruciali per mantenere la stabilità economica e liberare la crescita, guidata dal settore privato. Riforme che significano una drastica austerità e l’aumento della disoccupazione.

Redazione

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