Mentre aumentano le proteste contro il progetto di distruzione delle armi chimiche siriane nel Mediterraneo, vi è preoccupazione per un decreto ministeriale greco che vieta la pesca per due mesi al largo delle coste a ovest del paese, nel periodo previsto per l’eliminazione dei prodotti tossici.
Dai preti agli ecologisti, passando dai pescatori e i tour-operator, lo scorso marzo migliaia di greci erano scesi nelle strade di Creta per protestare contro un programma delle Nazioni Unite atto a distruggere le armi chimiche siriane nel Mediterraneo.
Gas sarin e zolfo fanno parte dei prodotti che saranno neutralizzati tramite incenerimento o idrolisi in mare, un procedimento sinora testato sulo sulla terraferma.
Un decreto del governo greco era stato pubblicato due giorni prima delle elezioni europee e ordina la sospensione delle attività di pesca almeno sino a 22 luglio a sud-ovest di Creta e a sud del Peloponneso e delle isole ioniche greche. Si tratta del periodo in cui a bordo del Cape Ray inizierà la distruzione dell’arsenale chimico sottratto al governo siriano.
(Fonte : okeanews.fr)
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