(fdm) Pubblico, per completezza, la risposta che il condirettore Fabio Pontiggia dà oggi sul CdT alla presa di posizione dell’on. Giuseppe Cotti, municipale PPD di Locarno. Gli argomenti di Pontiggia hanno una loro plausibilità, ovviamente (senza essere per nulla incontrovertibili). Quello che il condirettore non vede, però, è il fatto seguente. L’attacco a Cotti (perché di attacco si tratta, inutile girarci attorno), non provocato e cavato all’improvviso “come si cava un coniglio dal cilindro”, non può non suscitare nel lettore la (banale?) domanda: perché?
Sono stato consigliere comunale e municipale in un Comune medio: se avessi avuto un fratello avvocato nel mio stesso studio, non avrei mai accettato che prendesse un mandato per rappresentare una società intenzionata a realizzare un bordello nel territorio comunale e per questo in vertenza giudiziaria con il Municipio del mio Comune. O il fratello non prende il mandato o io non vado né in Consiglio comunale né tantomeno in Municipio. L’inopportunità mi sembra di una evidenza solare, visto l’ambiente in cui opera quella società. Se il giovane municipale locarnese non la vede, arrampicandosi lungamente sugli specchi, dialogare è tempo sprecato. E gli avvertimenti a mezza voce sono petardi bagnati.
Fabio Pontiggia, condirettore del Corriere del Ticino
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