I candidati sono stati scelti, in pratica, dal vice presidente Michele Morisoli, che ha incontrato più di cento persone. Scelti per un compito che non è affatto duro, bensì durissimo: risollevare le sorti del partito che, negli ultimi anni, hanno vissuto un declino costante e drammatico. L’inizio della fine (ma non è giusto parlare così, perché finita non è) lo situo intorno all’inizio del 2006 (o, addirittura, all’autunno del 2005). Questa è unicamente la mia opinione e non pretendo di convincere nessuno. Non è matematica (alla quale ho dedicato molti anni della mia vita) e nemmeno logica aristotelica.
La serata importante e INIZIALE (aggettivo fondamentale) ha mostrato aspetti positivi e negativi. Positiva: la ressa. La gente c’è, ci viene o la mandano, per amore, per forza o per curiosità. Negativo: l’aperitivo nullo. È costato non meno di 500 voti e il furbo Cattaneo se n’è ben accorto. Positiva: la spigliatezza, persino eccessiva, dei candidati. Negativo: sembravano messi lì per partecipare a un gioco a premi televisivo. Scommetto (ma potrei anche perdere) che nessuno di loro ha mai letto il celebre sangue-sudore-lacrime del grande Churchill.
Positiva: l’audacia dell’esperimento, perché sia chiaro a tutti che Cattaneo sta facendo un esperimento. Negativo: l’abuso della parola NUOVO, che alla fine diviene talmente tediosa e consunta da non significare più nulla: NUOVO partito, NUOVA politica, NUOVO Ticino… … Questo abuso del termine non dipende minimamente dall’area politica nella quale uno si muove: nel partito comunista? nel PS? nei Verdi? nel PPD? liberali? radicali? leghisti? UDC? Sono tutti nuovi e, se non lo sono, anelano al nuovo. Se ci fosse (poniamo) il partito del Sacro Romano Impero, esso non mancherebbe di proporre un nuovo impero con un nuovo imperatore. Una spiegazione per questo fatto io ce l’ho, ed è la seguente. Lo stato attuale delle cose è a tal punto insoddisfacente che tutti smaniano per qualcosa di diverso, per l’appunto il “nuovo”.
E adesso? L’unica cosa sicura è che non possono vincere tutti, quindi uno dei due dovrà perdere. E gli altri, non c’è una parola per gli altri? Agli altri direi: stiano attenti, perché la lotta “titanica” rischia – una volta di più – di rubare la scena, lasciandoli spettatori smarriti e attoniti. È già successo. Può succedere ancora.
francesco de maria
Post scriptum. Mi sia concesso di citare il socialisteggiante (ma acuto e interessante) Ticinolibero di Gianini e Moretti: “Parlando con alcuni presenti, sembra che nessuno sia convinto che questa lista per il governo riuscirà a fare due seggi. Il 19 aprile sarà chiaro che la linea politica che ha portato a criticare sistematicamente per più di un anno Laura Sadis non aveva come obiettivo quello di ottenere due seggi nell’esecutivo cantonale, ma piuttosto quello di garantire in modo supersicuro l’elezione di Christian Vitta.”
I socialisti NON HANNO MAI RAGIONE (nell’essere socialisti) ma talvolta producono intuizioni notevoli.
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