“È scandaloso: mi vogliono umiliare, bloccare e diffamare. I loro metodi sono indegni”. “Non ho nulla da rimproverarmi. Vi sembra normale che da mesi vengo intercettato anche nelle mie conversazioni telefoniche più intime?”. L’ex presidente è quindi tornato ad attaccare le due donne magistrato che indagano sul caso, accusandole di essere orientate politicamente. ”Tutti hanno diritto a un giudice imparziale”, ha continuato Sarkozy, chiedendosi se sia normale essere stato convocato dalle due toghe alle due di notte, dopo 15 ore di fermo in commissariato.
Oggi, facendo uno strappo alla regola, pubblico un secondo pensiero del giorno, ispirato agli ultimi sviluppi della vicenda Sarkozy.
La domanda è, più o meno, sempre la stessa. Può apparire scontata e quasi banale, ma la sua importanza è cruciale. “Fino a che punto il Potere può usare la magistratura (procuratori, giudici) per colpire un avversario politico?”
La risposta-regina alla domanda esiste, naturalmente, e sarebbe imperdonabile sottacerla. “La magistratura è separata e indipendente dal potere politico”.
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