Categories: Democrazia attiva

Un invito da Facebook, “rispettoso e pacifico”

È stata aperta ieri una pagina Facebook intitolata

CHIEDIAMO LE DIMISSIONI DI BERTOLI

La pagina è attivissima e ha ricevuto in un giorno più di mille “like”. Non vuole essere ingiuriosa ma, naturalmente, deplora il suo comportamento. Eccone il testo integrale:

“Chiediamo al Presidente Bertoli, in modo rispettoso e pacifico, dopo il suo discorso del 1° agosto, che ha fatto sentire molti Ticinesi offesi e presi in giro, e che è sembrato rinnegare il voto dei Ticinesi, con un atteggiamento che pare tipico di chi vuole svenderci all’Unione Europea, di dimettersi dalla sua carica.

Crediamo che una larga maggioranza dei Ticinesi non si senta rappresentata da lei.

Chiediamo a tutti di mettere “Mi Piace” e di condividere questo messaggio per dare forza a questa richiesta

Questa iniziativa è totalmente indipendente e apartitica, e non ha niente a che vedere con la pagina che l’aveva preso di mira con insulti, dai quali ci dissociamo completamente. Chiediamo a tutti un comportamento corretto, basato su contenuti e sulle parole del suo discorso, senza cadere in insulti, che non servono a niente.

Non dobbiamo permettere che le parole pronunciate da Bertoli il 1° agosto passino in secondo piano per colpa di qualche persona incivile che, al posto di criticare il suo discorso, cade in insulti inutili e vergognosi.”

 

(fdm) Dovrei forse sforzarmi di scrivere un vero e proprio articolo di commento, ma l’ora è tarda e mi limiterò a qualche rapida nota.

1) Questa iniziativa ha l’aspetto di un gesto dimostrativo ma non per questo dev’essere sottovalutata.

2) Lucida e ben centrata l’ultima osservazione dei promotori della pagina. Lo sciagurato “attacco insultuoso” – ma vorremo ben sapere chi ne sono gli autori e speriamo tanto che il Procuratore ce lo dirà – permette a Bertoli di assumere il comodo ruolo di “vittima”. Dei bèceri, dei violenti, dell’estrema destra, dei leghisti fascisteggianti ecc. ecc.

3) Continuiamo a pensare che questo socialista abbia gravemente abusato della sua carica, mostrando disprezzo della volontà popolare – e, soprattutto, dell’infinitamente chiara volontà espressa dal suo Cantone – in occasione di un discorso ufficiale nella ricorrenza più solenne. Avesse detto le stesse cose a un comitato del PS o a un meeting di Incontro Democratico o in un fresco grotto del Ceneri con pista per le bocce, poco male ne sarebbe venuto.

4) Non stupisce (ma infastidisce) l’entusiasmo di Gabriele Gendotti per il Bertoli che si è sparato in un piede (questa è, quanto meno, la nostra opinione). Se si pensa che, dopo quasi undici anni in Consiglio di Stato, questo politico si è trovato in corsa per la presidenza del PLR – il suo titolo altisonante recitava “vicepresidente trainante”, ma è anche vero che l’hanno fermato in tempo) – beh… si capiscono tante cose.

5) Infine, la Destra in questi ultimi tempi sta mostrando una certa aggressività (non noi, che passiamo i pomeriggi giocando a bridge). Il 9 febbraio non si tocca! Bisogna, dico io, anche capirli. È stata una vittoria sofferta e difficilissima (ma tra Chiasso e il Gottardo è stato come sparare sulla Croce Rossa). Ricordo bene come tremavano mentre all’ultimo il risultato era ancora in bilico e mancava Zurigo, la rossoverde Zurigo, la Zurigo della Street Parade.

Il 9 febbraio è un amatissimo mito. Bertoli, giù le mani dal 9 febbraio! O ti verranno tagliate (metaforicamente, s’intende).

 

 

Relatore

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