“Er papa tosto” impiccava facinorosi e imbroglioni
Se fosse candidato, io voterei Sisto V (e chissà quanti con me)
Qualche giorno fa ho incontrato presso il panettiere un caro e stimato amico, parliamo del più e del meno. Gli racconto che occupandomi di Domenico Fontana, l’architetto nato a Melide nel 1543 e generalmente conosciuto per l’erezione dell’obelisco di piazza San Pietro a Roma, quello che mi interessa di più in questo momento non è tanto la sua opera, già molto ben studiata, ma il rapporto con il suo committente più importante, papa Sisto V, ricordato a Roma come “er papa tosto” per la sua severità implacabile.
Nato Felice Peretti di Montalto nel 1520 o 21, da ragazzo raccoglieva cicoria nei prati per poter mangiare, pascolava porci e lavorava la terra. A tredici anni pronuncia i voti come francescano. A ventotto anni é dottore in teologia, a quarantotto riceve la porpora cardinalizia. Domenico Fontana e il cardinale Peretti si incontrano per la prima volta verso il 1573. Nel 1585 il cardinale Felice Peretti diventa papa Sisto V. Si capisce presto di che pasta sia fatto.
Sisto V parte da principi molto semplici: ordine, rispetto per le leggi, fermezza nell’applicare le sanzioni dovute. Certezza del diritto e dell’ordine sono le fondamenta di ogni sviluppo, anche economico. Senza chiarezza delle leggi e senza una loro rapida applicazione ci sarà dispersione di denaro e fuga di capitali. È una legge universale. Da prima dell’inizio del pontificato di Sisto V esisteva una legge che proibiva il porto di armi a Roma, pochi la rispettavano. Quattro giorni dopo la sua elezione, papa Sisto V fa arrestare i primi due trovati in possesso di armi, la stessa sera li fa impiccare, lasciati sul patibolo affinché il popolo, la mattina dopo cominciasse a persuadersi che a Roma non è più tempo di tolleranze.
Il nuovo papa promuove subito regole contro l’accattonaggio e il fenomeno si risolve mandando molti accattoni a lavorare. Un oste che una sera aveva più volte imbrogliato sulla misura del vino, all’apertura dell’osteria il giorno dopo si vede arrestato e immediatamente impiccato, proprio davanti alla sua osteria. Nessuna tolleranza verso chi provoca disordini, schiamazza e imbratta. Papa Sisto V riporta in breve tempo a Roma sicurezza e fiducia nelle leggi. Lo ricorda al popolo coniando una medaglia con il motto “Perfecta securitas”.
A questo punto della mia esposizione, al mio amico non interessa più tanto il rapporto tra Domenico Fontana e Sisto V. Mi dice solo: Voglio Sisto V anch’io. Adesso. Subito.
Poco dopo ci salutiamo, ognuno riprende per la sua strada. Ci penso e mi viene da sorridere. Probabilmente sarebbero in molti a votare: Sisto V.
Nadir Sutter
Pagina seguente: Didascalie immagini
1)
Frontespizio del volume pubblicato da Domenico Fontana dedicato a papa Sisto V con la descrizione dell’erezione dell’obelisco in piazza San Pietro e degli edifici realizzati sotto il suo papato.
2)
Medaglia “Perfecta securitas”. Da un lato il ritratto del papa, dall’altro una allegoria della sicurezza, rappresentata dal pellegrino che dorme con la bisaccia sotto la testa senza timore di ladri o banditi, grazie alle leggi di Sisto V.
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Se oggi ci sarebbe uno uguale a Sisto V sarebbe votato democraticamente a forte maggioranza...penso di sì,per come siamo arrivati ! ....se sei onesto ti guardano e ritengono un gran coglione....er Papa tosto !! non avrebbe perdonato nemmeno un
ladro come P.Marcinkus e i pedofili li avrebbe impiccati due volte compresi tutti coloro
che non pagavano le tasse,etc,etc...............a buon intenditore poche parole.