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Ebola : sette domande senza risposta

Il virus Ebola, il cui tasso di mortalità è molto alto, colpisce soprattutto in Africa e viene trasmesso all’uomo da animali selvaggi (primati, pipistrelli,…). Sorprende gli scienziati con le sue oltre 300 mutazioni genetiche, che fanno pensare si tratti di un virus completamente diverso da tutti quelli osservati sinora.

Al momento attuale, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il virus continua a progredire in maniera accelerata.
L’ultimo bilancio dell’OMS, pubblicato il 28 agosto, fa stato di 1’552 vittime per 3’069 casi. Una settimana prima, le vittime erano 1’427 per 2’615 casi. L’OMS prevede che a breve termine i morti potrebbero raggiungere le 20’000 unità.

La maggior parte delle vittime si concentra in alcune località della Guinea, della Sierra Leone e della Liberia, ma i morti cominciano a essere segnalati anche in Nigeria e nel Congo.

I paesi africani colpiti dal virus Ebola


1. Come evitare che le popolazioni africane che vivono nei villaggi isolati non si infettino le une con le altre sino all’estinzione, tenendo conto delle loro pratiche funerarie e l’assenza pressochè totale di mezzi di prevenzione disponibili?
Nessuna risposta chiara.

2. Come evitare che da un paese colpito dal virus a un paese non colpito non circolino viaggiatori o oggetti che potrebbero diffondere il virus su vasta scala, tenendo conto dell’impossibilità di controllare i passaggi alle frontiere, in generale inesistenti?
Nessuna risposta chiara.

3. Come evitare che il virus si diffonda in centri urbani densamente popolati, dapprima in Africa e poi nel resto del mondo, tenendo conto dei molteplici e inevitabili contatti esistenti fra le persone?
Nessuna risposta chiara.

4. Gli Stati e le compagnie aeree devono continuare a sospendere il servizio verso i paesi contaminati, come è attualmente il caso?
Sempre più compagnie cancellano determinati voli e questo comporta un messaggio geopolitico spaventoso: “lasciar morire l’Africa, sperando che il virus non sfugga al controllo.”
Nessuna risposta chiara.

5. Le misure di individuazione del virus all’imbarco, prese negli aeroporti e dalle compagnie che ancora offrono il servizio di trasporto, sono sufficienti?
Di principio sì, perchè il contagio non avviene in assenza di sintomi, ma che ne sarà delle persone asintomatiche che si rivelano malate dopo l’imbarco? Le persone che presentano un sintomo come la febbre ma che non sono infettate dall’Ebola verrebbero rifiutate all’imbarco?
Nessuna risposta chiara.

6. In Occidente ci si mobiliterà seriamente per studiare il virus, cercare mezzi di prevenzione e di trattamento, fabbricare e diffondere su vasta scala il materiale di protezione, organizzare centri sicuri per le cure? Quali fondi metteranno a disposizione i governi?
Nessuna risposta chiara.

7. Siccome l’Organizzazione mondiale della sanità e le Nazioni Unite sembrano non attuare misure sufficienti per lottare efficacemente contro l’epidemia, cosa dovrebbe fare la comunità internazionale per rimediare a questa mancanza? Si dovrebbe organizzare un nuovo ente specializzato e dotato dei mezzi d’intervento, di studio, di coordinamento che attualmente mancano? Chi fornirebbe i fondi necessari?
Nessuna risposta chiara.

(Fonte : vineyardsaker.fr)

Redazione

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