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Aiutiamo le scuole – di Claudia Crivelli Barella

Il “fronte del SÌ” in questi giorni sviluppa una intensa attività e “bombarda” le redazioni con numerosi e frequenti articoli. Un punto negativo a carico del Fronte: ripetono tutti, all’infinito, gli stessi argomenti (questo pezzo è leggermente diverso). Un altro punto negativo: i fautori del SÌ minimizzano astutamente la spesa, facendola apparire quasi négligeable. Alla fin fine però saranno decine di milioni di franchi!

Parlando in termini più generali (al di là di questa faccenda scolastica):  1) tutti spergiurano che bisogna contenere, anzi ridurre, la spesa pubblica;  2) nessuno si sogna di farlo;  3) è questa l’ipocrisia immensa e inguaribile della politica. Vale per il PLR, per la Lega, per i socialisti, per i docenti, per i sindacati… e per tutti coloro che non ho nominato.

Se la nostra scuola è (A) buona o (B) scadente, lo dicano i cittadini e le famiglie. La mia personale opinione è che continuerà ad essere (A) o (B) indipendentemente dal risultato di questa votazione.

PS. Una menzione al merito umoristico la meritano i “50 milioni per le strade”. Vien da supporre che la signora Crivelli Barella si sposti a dorso di mulo! (fdm)


In un mondo ideale, i bambini mangerebbero insieme ai genitori, e forse non andrebbero neppure a scuola, educati in piccoli gruppi familiari. Per questa visione, è stato per me illuminante, anni fa, leggere ili cittadini e le famiglie saggio di Ivan Illich “Descolarizzare la società” , in cui nel 1971 scriveva: “ La scuola è l’agenzia pubblicitaria che ti fa credere di avere bisogno della società così com’è”, ovvero sarebbe una forma di manipolazione del mercato che ha come scopo la produzione di individui più che lo sviluppo armonico e libero di persone. E’ una visione dura, molto critica, che apre la strada a rivoluzioni totali del sistema, e di sicuro fa riflettere.

Ma una società ideale, utopica, è lontana, e questa è la nostra, la migliore che abbiamo saputo concepire, e nella quale eccelliamo, che abbiamo scelto e che a parole scegliamo tutti: chi di noi negherebbe che la scuola è importante, che è uno dei pilastri della nostra società? Quando poi si tratta di votare in Gran consiglio, però, le generosità vanno piuttosto verso altri ambiti che non verso la scuola: basti pensare che ogni anno spendiamo cinquanta milioni per le strade!

Ridurre il numero massimo di allievi per classe è una misura che consente una maggiore efficacia dell’intervento del docente, anche se non ne diminuisce l’onere, al contrario, dovrà organizzare un insegnamento più personalizzato. Al contempo, l’estensione del servizio mense e doposcuola è necessaria alla conciliazione tra lavoro e famiglia in una società lontana dalla società utopica a cui ho fatto riferimento, e attualmente un’entrata finanziaria mensile da parte di entrambi i genitori si fa sempre più indispensabile. I Verdi voteranno quindi sì in favore dell’iniziativa “Aiutiamo le scuole comunali” il 28 settembre.

Claudia Crivelli Barella, gran consigliera per i Verdi

 

Relatore

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  • Cara Signora Crivelli, nel 1971 avevo 16 anni e d`aver frequentato le scuole in quei anni ne sono felice non cambierei con i giorni d`oggi, dove noi avevamo ancora rispetto per gli Insegnanti. Avevamo quattro scelte Scuola apprendisti, Ginnasio, Magistrale, Liceo, (Collegio Paio da dove sono stati formati la maggior parte dei nostri Politici mi corregga se sbaglio) Ma a quei tempi c`erano dure selezioni e solo chi meritava continuava ma Oggi? Non dico tutti ma ci sono tanti perdi tempo figli di papa e no che non hanno voglia di Lavorare e passano il loro tempo a spese della comunità in nome della libera scelta. Io irrigidirei la selezione solo chi porta buoni resultati ricco o povero merita il sussidio senza guardare al risparmio, quelli che meritano vengano premiati. (Vedrà che bella selezione)

    • Lasciamo perdere la “selezione”. Termine agri-veterinario: ricorda agli “umani” i totalitarismi della peggior specie. Per esempio: se si facesse la “selezione grammaticale” per avere accesso al blog del prof. de Maria, lei potrebbe trovarsi in difficoltà. Difficoltà di redazione, magari. L’uso ingiustificato delle maiuscole, errori di distrazione (Paio al posto Papio); interi periodi senza una punteggiatura espressiva, l’uso dell’accento per apostrofare. E via discorrendo. Fortunatamente lei può esprimere “liberamente” le sue opinioni proprio perché (qui) la redazione degli interventi non prevede una selezione formale, ortografica e sintattica; insomma, qualitativa.

      E (fortunatamente!) ciò vale anche… nel mio caso.

  • Grazie per avermi corretto, io non sono contrario alla scuola.
    Ma non mi dica che oggi Maestri ed insegnanti non hanno problemi. Come
    vede io non avrei potuto passare la selezione per entrare al Collegio Papio e
    non mi dica che non è vero che ci sono alunni perché sono figli di Caio o
    Sempronio anno passato gli Esami. A quanto pare Lei ha capito cosa intendevo
    anche se ho commesso errori di ortografia, Ma senza offesa credo che Lei non
    abbia argomenti da portare in quale modo bisognerebbe fare per aiutare la
    Scuola. Io proporrei come nello scritto della Signora Crivelli i maestri
    potrebbero seguire meglio alunni con problemi di scrittura come il mio. Secondo
    sostenerli quando hanno alunni difficili ed aver paura die Genitori e non mi
    dica che questo problema non esiste. Credo che ogni Maestro o Professore si
    auspicherebbe andare a Casa senza Stress, questo appagherebbe di più che un
    aumento di paga. (Errare è umano sbagliano anche i Giornalisti, Lei di sicuro
    non è un maestro/a perché ha una tolleranza ZERO e ride degli errori degli
    altri e gioisce dei problemi altrui.

    • Senta, si metta s’accordo con se stesso. Prima mi ringrazia per averla
      corretta poi si stizzisce sulla mia (presunta) tolleranza “zero”.
      Secondo: sto parlando con un adulto, credo. Terzo: non sono un
      "maestro", lei non è un allievo e non ho l’abitudine di gioire/ridere
      per simili inezie. Quarto: il tono del suo primo post è assai, possiamo
      dire, arrogante? Nel senso etimologico, intendo dire: per cui la mia
      risposta era sintonizzata sulla lunghezza d’onda delle sue categoriche
      affermazioni. Soprattutto relative al concetto “selezione”. Termine che
      meriterebbe una lunga riflessione. Non vengo predicando una sorta di
      livellamento assoluto delle condizioni sociali all'interno della
      società. Ma sostengo che quando si parla di tutti gli aspetti relativi
      all’istruzione, alla formazione, alla “Scuola”, si parla di come si
      concepisce la “Società”. Quando si parla di “selezione” (anche di
      merito) si parla di divisione e di esclusione. Di stratificazione:
      termine di moda. Inevitabile? Sì, ma almeno il più tardi (e
      correttamente) possibile. Almeno fin quando non saranno chiariti i
      rapporti sul piano sociale, tra economia e scolarizzazione, tra
      formazione scolastica e patrimonio culturale individuale di ogni
      cittadino. Bisogna parlarne. Senza punti esclamativi e banalizzazioni.
      Buona giornata.

      • Tu non sarai (forse) un maestro... ma lo SEMBRI. Scarsi dubbi nutrirei, anche, sul tuo partito!

      • Oltrematita, mi dispiace che Lei se la sia presa ma non ho niente contro di Lei. Avere buone idee e poi saperle mettere per scritto sono due cose diverse. Non la ho insultata non è nel mio stile, ma ho trovato umiliante come mi ha risposto, Se io condivido le stesse idee con qualcun altro non lo faccio apparire un Asino, questo intendevo con tolleranza zero. Lei sa scrivere molto bene ed io forse non percepisco tutte le raffinatezze del suo scrivere, senza rancore e spero che potremo scambiare ancora le nostre opinioni. Buona giornata.

        • Caro disqus, le devo dire sinceramente che questo metodo di “gridare col maiuscolo” prima, e scusarsi pacatamente dopo, non mi convince per niente. Mi ricorda, mi scusi, il ”metodo” di alcuni proclami festivi dove è autoconcesso d’ufficio (per decreto politico, sembrerebbe) ogni superamento dei “limiti” linguistici, diciamo, “costruttivi” mentre, per contro, scatta l’immediata replica offesa (colma di autocommiserazione) contro chi osa rispondere a tono. Ebbene sì, spesso i suoi post sono particolarmente pesanti (mi riferisco ad es. a quello relativo alla posizione sulla Cassa malati unica dei giovani comunisti ticinesi) dove la forzatura di linguaggio e lo stile fortemente provocatorio davanti alle argomentazioni, invece, pacate dell’articolo sono perlomeno discutibili. Dimostrazione che quando vuole colpire lo fa con “maiuscola” e accanita abilità. Quindi non faccia l’offeso. Perché come diceva Totò: “Cà nisciuno è fesso.” Un “vero” maestro! Totò.

          • Prima di tutto siamo sulla pagina sbagliata, questa pagina è
            della Signora Crivelli a cui chiedo scusa per avermi fatto trascinare in un battibecco con Lei. Mi viene un dubbio e anche a qualcun altro, le mi attacca perché ho un allergia alle idee socialiste. Se non ha voluto accettare le mie scuse pazienza, forse ci scontreremo di nuovo su una pagina socialista.
            Non qui non ora.
            Abbiamo un po’ di educazione nei confronti di chi ha scritto
            questa pagina.

          • Non posso fare altro che ringraziarla per codesta replica. Essa è la dimostrazione di quanto vado sostenendo. Scarsezza di argomenti e quindi “insalata mista” di pretesti ridicoli, ovvero: quando non “grida in maiuscolo” poco rimane della della sua dottrina. Per quanto attiene all’articolo della sig.ra Barella, sono invece dell’opinione che proprio per mezzo di quello che lei (disqus) arbitrariamente e unilateralmente si permette di chiamare un “attacco alle sue allergie” l’articolo venga letto più di una volta. Inoltre ho apprezzato lo scritto in questione perché sono assolutamente d’accordo di pagare una modica cifra annuale per migliorare le nostre scuole. Proprio in opposizione alle sue critiche iniziali che mi hanno spinto (tra l’altro) a risponderle una prima volta. Argomentando. Sto ancora aspettando, invece, i suoi argomenti. In altre parole lei sta facendo quello che si definisce, con una metafora popolare: rovesciare a frittata.

          • Una modica cifra annuale:
            --- +28 / 38 milioni annui per la gestione corrente
            --- + 80 / 100 milioni di investimenti
            Capisco che ti sembrino POCHI, sono del CONTRIBUENTE !

          • Mi scusi ma Lei é PAZZO FINITA LA DISCUSSIONE.
            Ma forse sie quello che ho detto che noi due non siamo stati a letto insieme?

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