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Vogliamo proprio farci del male? – di Iris Canonica

Se approvata, l’abolizione dell’imposta forfettaria farà perdere posti di lavoro e introiti fiscali

“Continuiamo così, facciamoci del male” diceva Nanni Moretti, in un suo celebre film, all’ignaro interlocutore che non conosceva la Sacher Torte. Questa battuta descrive molto bene alcune situazioni emerse nel nostro Paese, dove c’è chi dimostra tangibilmente di avere una spiccata propensione a farsi del male e chi esterna diffuse espressioni di autolesionismo. A cominciare dal Consiglio federale che, nei giorni scorsi, sotto la guida della “donna del baratro”, Eveline Widmer-Schlumpf, ha ufficializzato l’obiettivo di concretizzare entro il 2018 lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale, senza nessuna garanzia che gli altri Stati membri dell’OCSE facciano lo stesso (non lo faranno, statene certi). Roba da matti, roba da masochisti allo stato puro!

Il prossimo mese, intanto, voteremo su un’altra proposta che, se approvata dal popolo, potrebbe farci anch’essa molto male, provocando un calo di gettiti fiscali e la perdita di un numero importante di posti di lavoro. Si tratta dell’iniziativa popolare, lanciata dalla sinistra, volta ad abolire l’imposizione forfettaria, che porta il roboante titolo ”Basta privilegi fiscali ai milionari“. Questa iniziativa coinvolge quegli stranieri facoltosi che hanno il domicilio in Svizzera, ma che non svolgono alcuna attività lucrativa nel nostro Paese, e che possono essere tassati sulla base del loro tenore di vita. Tra il 1999 e il 2010, le persone soggette all’imposizione forfettaria sono aumentate del 75%, passando da 3’106 a 5’445. Interessante notare come il 76% di questi contribuenti risieda nella Svizzera Latina (Ginevra, Vallese, Vaud e Ticino) e quindi come il nostro Cantone sia coinvolto in prima linea. Nel 2012, stando ai dati presentati un paio dei giorni fa dall’Esecutivo federale, 5’634 beneficiari di forfait fiscali hanno versato globalmente 695 milioni di franchi di imposte alla collettività (192 milioni alla Confederazione, 325 milioni ai Cantoni e 178 milioni ai Comuni), in particolare nelle regioni di montagna. Vaud è in testa alla classifica, seguito dal Vallese, dal Ticino (che annovera 877 globalisti, con un incasso previsto per il Cantone di 37 milioni di franchi e di 29 milioni di franchi per i Comuni) e da Ginevra . Se passasse questa sciagurata iniziativa, il Ticino sarebbe ancora una volta fortemente penalizzato, anche perché non ci vogliono particolari titoli di studio per capire che i facoltosi contribuenti hanno un alto tasso di mobilità (se lo possono indubbiamente permettere) e, come l’esperienza di alcuni Cantoni insegna, non impiegherebbero molto tempo a fare le valigie e a trasferirsi altrove.

Oltre ad essere estremamente mobili, le persone che soggiacciono all’imposizione forfettaria possiedono, nella misura del 98%, un’altra residenza al di fuori del nostro paese. L’amministrazione federale delle contribuzioni valuta l’impatto dell’imposizione forfettaria ad oltre 22’000 impieghi a tempo pieno. Le persone soggette in Svizzera a questa imposizione fiscale, i cosiddetti “globalisti”, devono comunque rispondere fiscalmente anche in altri paesi esteri, dove pagano di solito somme ragguardevoli all’erario. La si smetta quindi di additare questi contribuenti come evasori fiscali o peggio. Mentre da noi c’è chi propone simili iniziative autolesioniste, altre nazioni come l’Austria, l’Olanda, il Belgio e la Gran Bretagna, fanno di tutto per attirare questi contribuenti facoltosi, offrendo loro un’imposizione fiscale vantaggiosa. Possibile che, negli ultimi anni, la Svizzera si incaponisca a tirarsi costantemente la zappa sui piedi con simili perniciose iniziative ? Oltre più svendendo un principio a noi caro, quello del federalismo fiscale, che ha indubbiamente generato benessere ad aree altrimenti sfavorite.

Pochissimi Cantoni (cinque per la precisione) hanno votato l’abolizione di questo tipo di imposta, in nome magari di una rabberciata filosofia da Robin Hood, ma si tratta di Cantoni dove i “globalisti” avevano comunque un peso quantitativamente circoscritto.

Come sono andate le cose? A Zurigo, dove l’imposta forfettaria è stata abolita nel 2010, quasi la metà delle persone tassate con questo metodo (97 su 201) ha lasciato il Cantone nell’arco temporale di un anno. Gran parte degli ex globalisti rimasti paga inoltre meno imposte rispetto a prima. Complimenti, davvero un bel risultato!

Evitiamo di farci del male e rimandiamo al mittente le proposte di chi persistentemente ed ossessivamente continua ad attaccare le prerogative e le condizioni quadro del nostro Paese. Ricordiamoci anche al momento delle votazioni e delle elezioni da chi vengono certe proposte.

Iris Canonica

Relatore

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