Mentre attacco la pizza, senz’altro buona, accompagnandola con un calice di vino, tengo d’occhio l’alto democristiano che, dopo un po’, si siede. Di fronte a lui (ma non l’ho visto arrivare) si è accomodato Foletti. Io leggo la Weltwoche perché oggi è giovedì. L’unica rivista che non mi rovini l’appetito.
Ho finito e mi alzo. Ma, in guisa di doveroso omaggio al Potere della mia città, mi avvicino a loro per un saluto e in quel momento mi accorgo che sono in sei. Con Masoni, Zanini, Quadri e Mauro “Camerlengo” Delorenzi, un personaggio impenetrabile con il quale non ho mai avuto occasione di parlare (con tutti gli altri sì).
Scambiamo alcune frasi di circostanza. Nessuno mi domanda alcunché. Sanno già tutto, che cosa potrei aggiungere io? Mi consigliano di partecipare alla conferenza stampa delle ore 16 (ciò che farò).
“Borradori e Bertini non sono qui, loro non smettono di lavorare, nemmeno un minuto”. “Un panino?” “Nemmeno quello, il lavoro li assorbe totalmente”.
Una pizza al Mary, prosciutto e gorgonzola. Un giornalista per hobby di fronte a uomini (nella parola sono comprese le donne) di Potere, con tante, tante, tante preoccupazioni.
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