Questo incisivo articolo è stato ripreso da LiberaTV e da Opinione Liberale. Lo pubblichiamo anche noi, con il consenso dell’Autore, da noi richiesto.
E questo esercizio di potere è continuato ad essere quello che qualsiasi funzionario avrebbe fatto. Quei funzionari, zelanti mandarini, malmenati sul quotidiano di partito, ma dai quali è oggi difficile scorgere una pretesa differenza d’azione, se non di proiezione. Esercizio del potere in regime oligarchico, dove da anni gli stessi figli di papà (politico) vivono e condividono privilegi politici e finanziari cooptandosi l’un l’altro, da una poltrona all’altra, tra Berna, Bellinzona e Lugano. Professionisti della politica, attaccati a poltrone e soldi, se per una carica di vice-sindaco esplodono isterismi con i quali si è ritenuto necessario tediare per settimane un cantone intero o ancora si collezionano consigli d’amministrazione e cariche pubbliche ben guardandosi dal riformare il sistema. Ma di promesse e menzogne ho già scritto.
In tutto ciò dov’è stata, dov’è la politica ? Dove sono le scelte programmatiche per il nostro futuro ? Dov’è la visione politica, c’è qualcuno che ha una certa idea (non è richiesta un’idea certa) del nostro Cantone tra 4 – 8 anni ? Parleremo di indirizzi economici e territoriali o sempre, ancora di parcheggi e frontalieri ? Sarà colpa dei burocrati federali o avremo trovato ed intrapreso una nostra via ?
La politica è sostanza della democrazia e senza sostanza la democrazia è un’arlecchinata; la nostra è prossima alla farsa. Politica è governare, delineare rotte, progettualità, scegliere i fini per predisporne i mezzi. Oggi la nostra politica è egoriferita ed autoreferenziale, fatta di continue comparsate mediatiche di ministri canterini e sedicenti spiritosi, senza idee, progetti, scelte; l’arte del governo si riduce ad ordinaria gestione di consumi e servizi, tanto che v’è da chiedersi se alle elezioni cantonali non sia preferibile e finanziariamente più oculato un semplice concorso pubblico.
È tempo di liste elettorali. Potremo nuovamente e finalmente scegliere chi prenderà il volante e ci guiderà ad una meta, lungo una mappa magari complessa ma definita, nuova ma stimolante, o toccherà invece ed ancora accontentarsi di chi, tra un sorridente autoscatto ed un’inutile battuta, ci (si) trascinerà senza meta da un benzinaio all’altro, lamentandosi del tempo, della segnaletica, di pedoni e ciclisti … fin della stessa strada, che (sola) gli assicura il pane ?
Emanuele Verda
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