Categories: Democrazia attiva

Perché votare SÌ a Ecopop – di Elisabetta Gianella

Quante volte ho sentito/letto  – agli aperitivi o su Facebook – la frase sprezzante (e speranzosa) “Non hanno più nessuno!”

Elisabetta Gianella è una giovane esponente leghista in evidente ascesa. La ritroveremo in aprile su (almeno) una lista. Oggi ci propone uno di quegli articoli che l’opinione “politicamente corretta” definisce normalmente “xenofobi, razzisti, fascisti e nazisti”. A me sembra, tutto sommato, un testo ragionevole. Elisabetta espone le sue tesi e le motiva in modo appropriato.

Ticinolive prevede un ampio SÌ ticinese. Ma il Ticino non è mai stato fascista, nemmeno ai tempi trionfali di Mussolini. I due capetti fascisti di allora, Rezzonico e Rossi, non fecero mai molta strada.

 

Ecopop propone soluzioni condivisibili al 100%? Certo che no, come del resto quasi mai accade. Ma almeno l’iniziativa in votazione il prossimo 30 novembre offre delle risposte concrete a un problema enorme e che non possiamo più permetterci di ignorare: quello della sovrappopolazione. Gli avversari di Ecopop, invece, si limitano ad offendere quelli che votano “sì”,  tacciandoli di razzismo e xenofobia. Ma di contro proposte per affrontare il problema neanche l’ombra … gli avversari impiegano il loro tempo solo a sventolare lo spauracchio dei frontalieri (che tra l’altro fino a ieri difendevano a spada tratta battendosi contro l’iniziativa del 9 febbraio): come se l’approvazione di Ecopop cancellasse quanto è già scritto a chiare lettere nella nostra Costituzione, ovvero che bisogna applicare dei contingenti sul frontalierato. A un esame di diritto costituzionale farebbero tutti una pessima figura …

La Svizzera l’anno scorso ha raggiunto un saldo migratorio di 100’000 persone. Si tratta di un tasso di crescita paragonabile a quello dell’India e infinitamente superiore a quello di altri grandi paesi europei come la Germania. Questa crescita, per fare qualche esempio concreto, produce ogni hanno una città delle dimensioni di San Gallo. E tutti sappiamo quanto il territorio del nostro Paese sia poco e prezioso: battersi perché la Svizzera non diventi un’unica colata di cemento è razzismo? C’è poi un ragionamento più strettamente economico: gli attuali tassi di crescita incontrollati producono un consumismo sfrenato. I nostri parametri macroeconomici, dal PIL all’esportazioni, sono tutti molto positivi. Per questo una parte dell’economia si batte contro Ecopop: perché desidera continuare ad importare manodopera a basso costo, avendo come unico scopo il profitto. La domanda che c’è da porsi però è quale beneficio le persone normali, quelle del ceto medio o  basso, abbiano avuto da questo modello di crescita. Salari più alti? Imposte più basse? Servizi migliori? Un posto di lavoro assicurato? Niente di tutto questo, naturalmente. Il che significa che forse è giunto il momento di ripensare l’economia, costruendo un modello che pensi meno al PIL e allo sfruttamento degli individui e si concentri di più sul benessere delle persone, sui reali bisogni della società e sulla sostenibilità ambientale. Va detto con chiarezza: anche se gli svizzeri rinunciassero completamente a tutti i privilegi dell’attuale standard di vita, una crescita migratoria come quella attuale non sarebbe in ogni caso sostenibile.

In questo contesto si inserisce un ulteriore elemento politico rilevante. I ticinesi sono esasperati per come una parte della politica federale sta ostacolando in ogni modo l’applicazione del voto del 9 febbraio. Tra chi dice che bisogna votare di nuovo, chi vuol salvare i bilaterali e chi si preoccupa di trovare soluzioni “eurocompatibili”, l’unica misura importante che bisognerebbe applicare subito è “magicamente” sparita dal dibattito politico: nessuno più pronuncia la parola “contingenti” per paura di urtare la sensibilità dell’Unione Europea. C’è chi dice di star tranquilli che tanto ci sono tre anni di tempo. Ma il Ticino tre anni di tempo non li ha. E francamente vi sono più notizie che portano seriamente a dubitare sulla reale intenzione  di applicare la volontà popolare. Anche per questo, per inchiodare Berna alle sue responsabilità, molti ticinesi voteranno sì a Ecopop. E hanno perfettamente ragione.

Elisabetta Gianella – Lega dei Ticinesi
 

Relatore

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  • Non commento il testo della sig.ra Gianella, né tantomeno esprimo in questa sede opinioni sull’Ecopop. Sono tuttavia rimasto colpito dalla frase introduttiva di FdM.

    «Ma il Ticino non è mai stato fascista, nemmeno ai tempi trionfali(*) di Mussolini.»

    Considerazione (molto) ambigua, direi.
    La si può intendere come pericolo scampato oppure come un… auspicio mancato.

    (*) Il termine “trionfale” lo si può pure intendere come un dato di fatto(?) oppure come… un particolare apprezzamento.

    Personalmente ritengo che il Ticino non sia mai stato fascista grazie -e per fortuna!- a una forte presenza di antifascisti.

    Ma il pericolo che la storia si ripeta -perché di questo si tratta- è sempre in agguato.

    • "Trionfale" - se non si vuole equivocare di proposito - significa: ai tempi del suo maggior successo. Si allude per l'appunto a quegli anni.
      Una certa buona fede nei post sarebbe molto apprezzata.

    • I fascisti, qui, li ha visti solo Ghisletta. Marciavano IN VIA NASSA, camicia nera, fez e gagliardetto. Mitici!

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