“Sono andato io a cercarlo, lui non era in giro come un cavaliere errante” (Savoia)
“Il mio partito sostiene compatto questa decisione, ho ricevuto semaforo verde” (Savoia)
“Questa non è una campagna acquisti!” (Savoia) (ma forse lo è, e non sarà finita qui, ndR)
“I tre distretti PPD? Una decisione masochista?” (De Maria) “La correggo, professore: scellerata!” (Denti)
“Quel probabilmente unico deputato azzurro di Lugano, fratello del Presidente” (Denti)
“Sono contrario al raddoppio del Gottardo. Questa è la mia posizione” (Denti)
“Il direttivo dell’ordine dei medici vuole che il suo presidente rimanga in Gran Consiglio (o che per lo meno ci provi)” (Denti)
Lascerò il Gran Consiglio il 1° gennaio 2015 (Denti)
1) Alle elezioni si corre in “squadre” perfettamente definite, che corrispondono ai vari partiti. Ma i “territori” delimitati e occupati dai partiti non corrispondono più, neppure approssimativamente, al “sentire politico” dei cittadini. Ciò risulta drammaticamente evidente nei cosiddetti partiti “borghesi”. È una situazione schizofrenica dove io (faccio per dire, non si tratta di me) sono indotto a votare un partito sapendo con certezza che non mi rappresenta. Un uomo come Savoia si pone come attivo “picconatore” di una simile (ir)realtà.
2) Due piccole forze politiche – i Verdi populisti e la Destra – vanno all’attacco, nutrendo grandi speranze, in queste cruciali elezioni cantonali 2015. Il bersaglio probabile (dichiarato o meno) è ben definito: quel movimento che nacque come una febbre di Masaniello e che è andato su su, sino ad occupare con molti sederi molte poltrone. Il beneficiario finale potrebbe essere, senza alcun merito scintillante, il PLR.
Attenzione. Questo non vuol essere un oracolo, non mi arrischio; la situazione è per così dire “liquida”.
“Parecchi anni or sono ho incominciato la mia seconda vita politica” (dopo aver lasciato il PS, ndR). “Alla quale potrebbe far seguito una terza vita, una quarta… Non poniamo limiti alla provvidenza divina!”
“Siamo andati noi a cercare il dottor Denti, lui non era una specie di cavaliere errante e sperduto che andava a bussare alle porte. La cosa è stata discussa e approvata dagli organi del partito. Ho avuto luce verde.”
“Noi lanciamo un forte segnale d’apertura a personalità politiche di altri partiti. Chiediamo solo che vi sia un’adesione al nostro programma, che parlerà di ecologia ma di tante altre cose: lavoro, socialità, immigrazione, ecc. Franco Denti è arrivato ma… ne aspettiamo degli altri”.
Savoia prudentemente nega che “sia in atto una campagna acquisti” ma a me sembra che, al di là del nome che uno decide di usare… Siamo quasi certi che ci saranno altri arrivi. Una serata cruciale – soprattutto sul piano psicologico – sarà quella dell’11 dicembre, allorché il leader Verde riunirà a Lugano un suo popolo variopinto di sostenitori, interessati e curiosi.
“Il nostro programma sarà un patto con i Ticinesi, un po’ come quello di Berlusconi con gli Italiani. Noi però il patto lo rispetteremo!”
“Sono entrato in politica a più di 50 anni. Nel 2010 sono sceso in lizza sulle liste PPD per parlamento e governo, con il beneplacito dell’Ordine dei medici. Sono stato eletto in Gran Consiglio”.
“Certe mie posizioni, in particolare l’opposizione ai tagli lineari dei sussidi di cassa malati, mi sono costate abbastanza caro. La mia posizione sui contingenti era ed è quella dei Verdi. Sul raddoppio del Gottardo sono stato attaccato in modo strumentale. Dico chiaramente di essere contro il raddoppio.”
“Dopo la decisione (“masochista?” (De Maria), “scellerata!”, Denti) cosiddetta “dei 3 distretti” – destinata a penalizzare gravemente la presenza pipidina luganese in Gran Consiglio: da 5 a 1, no a 1 e mezzo, forse a 2 – mi restavano 3 possibilità: lasciare del tutto la politica; battermi contro il sindacalista fratello del presidente (testuale; si tratta di Lorenzo Jelmini); oppure… quello che faccio oggi. Tentare l’avventura con i Verdi, guardando più alle idee che agli schieramenti.”
“L’Ordine dei medici mi sostiene e ha detto chiaramente di desiderare che il suo presidente resti in Parlamento. Ma in ogni caso, per correttezza, sono dimissionario dal Gran Consiglio a partire dal 1° gennaio 2015. Non correrò da uscente.”
Coloro che vivono il partito, grandi o piccoli, è normale che si sentano traditi. Lo spirito di clan, soprattutto in campagna elettorale, è fortissimo. E se uno passa al “nemico”… è molto più odiato di un nemico “atavico”, cioè di uno che c’è da sempre.
Finisco qui il mio pezzo. Non ci resta che aspettare con fede che Savoia estragga dal cilindro un nuovo coniglio, così noi giornalisti avremo qualcosa di eccitante da scrivere. Io dico che non ci deluderà!
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