Una nuova Costituzione per l’Italia? La propone Carlo Vivaldi-Forti

Sinossi del saggio:

UNA NUOVA COSTITUZIONE PER UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

di Carlo Vivaldi Forti

L’autore, con questo saggio appena terminato, intende inserirsi nell’attuale, vivace dibattito sui possibili cambiamenti da apportare alla Costituzione italiana del 1948 per renderla più idonea a garantire la governabilità di un paese che si presenta oggi molto diverso da 70 anni or sono. Egli, dopo uno scrupoloso esame della situazione sociale, economica e culturale odierna, giunge alla conclusione che, più di riforme o ritocchi marginali alla vecchia, c’è oggi bisogno di una Legge fondamentale totalmente nuova. Questa, peraltro, dovrà recepire tutti gli aspetti positivi e irrinunciabili di quella in vigore, soprattutto nelle parti che si riferiscono ai diritti civili e politici, oltre che ai doveri del cittadino. Ciò che è invece necessario cambiare radicalmente è l’intera ingegneria istituzionale riguardante i temi economici e sociali, gli aspetti fiscali e di bilancio, il sistema della rappresentanza politica, i modi di eleggere le due Camere, il loro funzionamento, l’elezione e i poteri del Capo dello Stato.

Vivaldi-Forti è sociologo, malgrado si sia sempre interessato di diritto pubblico, e pertanto il suo intento è andare alla ricerca delle fondamenta sociali, economiche e culturali delle Costituzioni in genere, non soltanto dell’italiana, e dei condizionamenti che inevitabilmente i padri costituenti subiscono da parte della società reale, in un particolare momento storico. Per questo, afferma l’autore, nessuna Legge fondamentale può essere data per sempre, ma tutte sono sottoposte all’usura del tempo. Da ciò la necessità di rivederle periodicamente e, in presenza di cambiamenti sostanziali della base socio-economica, anche di sostituirle in toto.

L’opera, che consta di circa 90 cartelle incluse la copertina, l’introduzione e la conclusione, è idealmente divisa in tre parti.

  • La prima, storica, risponde alla domanda: quando cambiano le Costituzioni? Essa prende in considerazione le principali esperienze passate dell’Occidente: le Costituzioni romana, britannica, americana, e infine le numerosissime che la Francia si è data negli ultimi due secoli, le quali hanno profondamente ispirato i legislatori italiani , e perciò molto importanti per noi.
  • La seconda parte, prevalentemente giuridica, è dedicata alla Costituzione italiana del 1948 , di cui si pongono in risalto pregi e difetti, oltre alle numerose crisi che essa ha attraversato nel corso della storia repubblicana, anche in tal caso tenendo presente il parallelismo tra gli scenari socio-economici, la politica, la cultura prevalente nei diversi periodi. Si descrivono infine le caratteristiche fondamentali di una nuova , possibile Costituzione, destinata a sostituire la vecchia. Come già annunciato, le principali differenze dall’attuale si riscontrano nel concetto di presidenzialismo, al posto del parlamentarismo, della rappresentanza diretta delle competenze e dei legittimi interessi espressi dalla società reale nella Seconda Camera. Vi si trovano pure indicazioni specifiche su criteri generali volti a rendere compatibile la pressione fiscale complessiva con lo sviluppo dell’economia, l’attenzione data alla cultura e ai processi formativi continui dei lavoratori, un nuovo modello di Welfare, al tempo stesso più leggero, ma con garanzie molto più estese rispetto alle attuali, erogato mediante una burocrazia molto meno pervasiva. Su questi argomenti si fanno parecchi esempi specifici.
  • La terza parte, sociologica, è prevalentemente dedicata alla Partecipazione come alternativa non soltanto al modello economico e sociale in crisi da tempo e ormai prossimo al tracollo, ma anche come alternativa istituzionale al sistema della rappresentanza parlamentare affidata alla intermediazione dei partiti, non più corrispondente alle esigenze di governabilità della società della globalizzazione. Nel delineare futuri modelli di partecipazione, esamina in dettaglio i significativi esempi di ciò che è stato realizzato in altri paesi o in altre epoche , come l’esperienza germanica della Mitbestimmung, della Sociocrazia olandese, ormai nota in gran parte del mondo, della riforma interessantissima dell’organizzazione del lavoro proposta da De Gaulle ai francesi nel 1969, anche se da questi respinta con votazione referendaria, e del concetto di socializzazione sorto inizialmente nell’Unione sovietica all’epoca della Nep di Lenin, successivamente applicato nella Jugoslavia di Tito, ma poi passato sia pure in forma modificata nello stesso pensiero sociologico occidentale.

La tesi di fondo che l’autore si propone di dimostrare è la necessità di una nuova forma di Stato, espressione dei variegati interessi sociali, che devono trovare il loro sbocco a livello istituzionale e quindi essere riconosciuti e garantiti dalla Costituzione.

Concludiamo riconoscendo che tutto, a questo mondo, è discutibile e perfettibile. La proposta di Carlo Vivaldi-Forti, per quanto rigorosamente logica e bene argomentata, non pretende certo di rappresentare l’unica soluzione possibile del problema delle istituzioni e della loro funzionalità, ma si pone come voce originale, di sicuro fuori dal coro, che proprio per questo merita di trovare un dignitoso spazio nel dibattito polifonico su un argomento di fondamentale interesse per il nostro futuro e per quello delle nuove generazioni.


Relatore

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  • Ma è dal 4 maggio di quest'anno che a Siena I LIBERI COMUNI d'Italia si sono dati il Codice quale proposta politica libertaria di sostituzione della Costituzione italiana del 1948.
    In esso si parla esplicitamente di un modello di democrazia, non più rappresentativa, ma partecipativa, altrimenti detto "democrazia pura", che affronta a muso duro il "positivismo giuridico".
    Io stesso ho dedicato a questo argomento almeno un articolo nella rubrica L'OPINIONE sul CdT nel presentare l'edizione 2013 di Interlibertarians, che aveva giusto come tema "Quale democrazia?"
    Carlo Vivaldi-Forte scrive, ma su questo fronte c'è già chi si è rimboccato le maniche da tempo ed è passato all'azione.
    Anche qui in Svizzera si sta lavorando al CODEX HELVETICUS per una profonda revisione della Costituzione svizzera in senso libertario "partecipativo".

    In allegato la copertina del CODEX

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