Categories: OspitiPrimo piano

È nato il Partito del 9 febbraio? Che i Verdi ce lo dicano! – di Sergio Roic

Roic attacca lo “slalomista” Savoia

Di ciò che possa essere successo giovedì sera all’Hotel Ceresio non so nulla. I giornalisti (non lo sono ma insistono per contarmi come tale) non erano ammessi e spie a servizio non ne ho. Mi limito a riprendere, in parte, ciò che Sergio 1 stesso (qui i Sergi sono due) scrive nel suo blog.

Giovedì sera c’è stata la prima riunione del gruppo di supporto per campagna “Savoia/Verdi 2015” (mi sono appena inventato questa denominazione). Una sessantina di persone si sono trovate ieri all’Hotel Ceresio a Lugano, la Casa del Popolo. Un nome ben augurante. Abbiamo passato insieme due ore e mezza in cui ci siamo parlati e ho potuto ascoltare le preoccupazioni di molti cittadini, diversi per età, estrazione sociale, professione. I temi che sono emersi sono in fondo poco sorprendenti: il lavoro, la disoccupazione, i salari. Ma anche la paura per il degrado della nostra scuola elementare e media, mentre investiamo milioni nelle super-facoltà. O la preoccupazione per il territorio.Oltre a ciò si è discusso di come costruire una campagna che faccia venir voglia di votare a chi da tempo non partecipa più; di avere di nuovo fiducia. La gente è stufa della solita politica, sfiduciata, pensa che cambiare sia ormai impossibile, che tanto “quelli fanno quel che gli pare comunque”.

Ora do spazio all’attacco di Sergio 2 (il primo è più importante perché è Coordinatore e deputato, Roic per il momento non ha cariche).

È nato il Partito del 9 febbraio? Che i Verdi ce lo dicano!

In una recente trasmissione televisiva, il conducator dei Verdi ticinesi Sergio Savoia ha pronunciato una sentenza davvero interessante: in Ticino, e soprattutto a livello di governo, quello prossimo futuro, la differenza fra le forze presenti sarà definita dalla posizione sul voto del 9 febbraio. Alla gentile domanda del conduttore della trasmissione sul perché l’elettorato ticinese dovrebbe votare i Verdi ticinesi quando il loro punto principale del programma sembra essere una posizione che approva i contenuti della votazione del 9 febbraio (e quindi il contingentamento della manodopera straniera et cetera) in presenza di forze politiche (di destra) che si sono da tempo ben definite sulle posizioni votate il 9 febbraio, Savoia non ha saputo rispondere, ha “passato” producendosi in un mugugno qualsiasi.

Questa risposta/non risposta e quella trasmissione tv (che ha avuto per effetto l’abbandono, a freddo, di una trasmissione susseguente da parte del marpionesco Savoia) sono emblematici del percorso (lo slalom) politico di Sergio Savoia.

Savoia è un abile comunicatore e politico? Mica tanto. Le sue contraddizioni (ben evidenziate anche dalle sue prese di posizione che potete trovare su questo stesso sito) sono ondivaghe anzichenò: si definisce al di là del bene e del male a livello ideologico (Sinistra e Destra non esistono più per lui) per poi rivendicare posizioni sue come quelle veramente di sinistra; corteggia un elettorato “qualsiasi” definendosi populista (nella recente intervista alla RTS) facendo intendere chiaramente che a lui una posizione politica precisa e definita interessa ben poco, lui preferisce “ascoltare” il popolo; si inventa un pateracchio di nuovo partito verde che si concentra su una votazione più che altro simbolica e pasticciata (molti i temi presenti, e proposti “tutti quanti assieme”) e che procura non pochi grattacapi alla Svizzera, quella appunto del 9 febbraio; imbarca nei “Verdi del 9 febbraio” un alleato come il dott. Denti, grande raddoppista in tema di Gottardo e, ora, improvvisamente fulminato sulla via di Damasco da Savoia che in quattro e quattr’otto gli avrebbe fatto cambiare idea.

Gli è che nel contesto politico-mediatico attuale (per chi non lo abbia già fatto: guardate la bella serie tv “Borgen”, lì tutto l’intreccio tra politica e media diventa chiaro ed evidente) un personaggio istrionesco come Savoia – un Nano in miniatura, meno aggressivo ma più borioso – può permettersi contraddizioni di ogni genere condite dai toni melliflui di un ex presentatore radiofonico. Basta poter apparire, vero Savoia, e lisciare “il popolo”?!

C’è da chiedersi, tuttavia, se il popolo dei Verdi, quelli a cui interessa veramente un cambio di tendenza in ambito ambientale, di protezione della natura e dei fondamenti della vita, sia disposto a seguire all’infinito il proprio (per quanto ancora?) conducator, veloce slalomista sulla via del 9 febbraio. A differenza di Savoia, c’è un candidato al Consiglio di Stato che si impegna davvero e molto su temi verdi e ambientali, si tratta di Ivo Durisch, ma lui fa parte del PS.

Insomma, prima che sia troppo tardi – per lui, per loro, per la politica ticinese, per la razionalità in politica, per un minimo di coerenza – Savoia e i Verdi ticinesi ci dicano: è davvero nato il Partito del 9 febbraio?

Sergio Roic

Relatore

View Comments

  • Prima il Nano e la Lega, poi Savoia e i Verdi: è dal 1991 che i socialisti insistono nell'attaccare in ogni modo i loro avversari politici, senza capire che più ne parlano, più fanno loro pubblicità.

Recent Posts

Deutsche Bank: cosa c’è davvero dietro i 200 miliardi “scomparsi”?

L’ombra lunga delle compensazioni bancarie e il caso Schiraldi La denuncia è arrivata come un…

13 ore ago

Nayib Bukele: il presidente di El Salvador che parla di guerra spirituale e preghiera

In un’epoca politica dominata da tecnocrazia, linguaggio neutro e diplomazia calcolata, il presidente di El…

13 ore ago

La durezza degli USA

di Tito Tettamanti Ogni nazione ha un suo carattere, influenzato dal clima, dalla morfologia del…

21 ore ago

Il richiamo di Cthulhu

Ecco uno dei racconti più celebri e amati di H.P. Lovecraft: “Il richiamo di Cthulhu”.…

1 giorno ago

Una macchina abbandonata nel Bronx e un’altra a Palo Alto

Ci siamo imbattuti per caso nel web in questo testo; l'abbiamo trovato interessante e l'abbiamo…

1 giorno ago

This website uses cookies.