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Nadia Pittà perde un’occasione di fare politica e passa ai Verdi – di Sergio Roic

Prosegue il flusso. Secondo me Savoia “attira” forse perché appare vincente (ma sembra troppo), più probabilmente perché gioca audacemente all’attacco e sembra comunque in grado di ottenere qualche vantaggio in termine di eletti. Teniamo presente che, se fallirà malamente, i suoi lo convocheranno alla resa dei conti e lo liquideranno.

Le motivazioni addotte da Denti e Pittà non sono a mio avviso molto convincenti. Ma, se uno non si sente considerato all’interno del suo partito (se non gli stendono il tappeto rosso, o se gli danno dell’imbecille), può ben provare da un’altra parte. Sono cinico? (Chi mi conosce bene sa che sono un sentimentale). Per alcuni il partito è una chiesa. Ma non per me.

Ha destato scalpore ieri la notizia, giunta alla maggior parte degli aderenti del PS dai media, del passaggio di Nadia Pittà, presidente del Comitato cantonale PS, ai Verdi.

La stessa Pittà ha poi cercato di spiegare questa sua decisione improvvisa e, a quattro mesi dalle elezioni cantonali, frettolosa con argomentazioni del tipo: nei Verdi si discute e ci si può confrontare, nel PS questo non succede.

Conosco abbastanza bene Nadia e tuttavia devo contestare le sue esternazioni: il PS ticinese è storicamente il partito delle discussioni (anche delle divisioni, che per fortuna fanno parte del passato), anche di recente vi erano delle correnti ben definite, come ad esempio Prospettive socialiste in cui militavano sia la Pittà sia il sottoscritto. La corrente si è sciolta spontaneamente ma se avesse voluto proseguire la sua azione all’interno del partito nessuno avrebbe avuto da ridire.

Per quel che riguarda la discussione e il confronto, beh, se una o l’altra volta venite a un comitato cantonale del PS (presente la stampa) potrete udire e vedere numerose e anche pugnaci discussioni sugli argomenti più disparati.

Ora, però, a parte le esternazioni di cui sopra, generiche ed “esistenziali”, interesserebbe sapere il motivo politico dell’abbandono di Pittà e del suo passaggio ai Verdi. Lei afferma di essere la “sinistra della sinistra” e poi, a quattro mesi dalle elezioni cantonali, aderisce a un partito il cui coordinatore Savoia ha proclamato quale argomento imprescindibile e discriminante del confronto politico ticinese l’adesione o meno allo “spirito” della votazione del 9 febbraio con tutto il suo corollario di ricadute sul lavoro e sul contingentamento e la sua inadattabilità alla realtà negoziale della Svizzera nei confronti dell’Europa.

Insomma, la Pittà abbandona il PS per motivi personali e aderisce ai Verdi che da un po’ di tempo praticano una politica di stampo populista con soprassalti di trasformismo che lasciano a bocca aperta – se la destra, dichiaratamente tale, propugna posizioni di destra non c’è nulla di strano, sono le loro posizioni, ma quando ci si mette un partito che, almeno nel nome, rimane ecologista, la riflessione sulla mancanza di serietà e sull’opportunismo di certuni è necessaria.

In definitiva, Nadia Pittà ha mancato un’opportunità politica. Chissà che non trovi un comodo usbergo nell’accozzaglia di ex raddoppisti e neo populisti che caratterizza le truppe del Savoia, noto al colto e all’inclita come il mallevadore di scontenti della politica ticinese.

Sergio Roic

 

 

Relatore

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  • Questo Roic, una vera "crapa" da socialista. Non riesce, come dovrebbe invece fare ogni persona veramente democratica, ad ingozzare il risultato del 9 febbraio. Il popolo è saggio fin che vota come vuole lui, altrimenti è bestia. Quella di Savoia, che non difendo perché non ne ha bisogno (sarei piuttosto disposto a criticarlo) è, secondo l'intellettuale e scrittore (autoproclamatosi tale) Roic nonché Sergio, un'accozzaglia. Ma, amico scrittore, guardati in casa, che vedrai di peggio. Ma forse al tuo paese la storia del fuscello e della trave non si conosce.

    • Caro GS1235, io trovo che Roic non abbia poi tutti i torti. Questa Nadia "sinistra della sinistra" è trasmigrata in un partito Verde che mette il "9 febbraio" totalmente al centro della sua campagna elettorale. Sarà senz'altro considerato anche il problema della "protezione del fenicottero rosa", questo lo capisco, ma il dubbio rimane. Quali "contingenti sinistri" potrà proporre Nadia a nome del suo nuovo partito?

  • Poche settimane fa, Sergio Savoia annunciava il clamoroso passaggio nei Verdi del Presidente dell'Ordine dei medici del Canton Ticino e deputato in Gran Consiglio Franco Denti. Denti lasciava il PPD con signorilità, mentre da parte di taluni esponenti PPD partivano degli sfottò al suo indirizzo che trasudavano livore, segno che la rabbia per la sua partenza era difficilmente mascherabile.

    Ieri, Savoia ha annunciato un secondo arrivo di peso, e per certi versi più clamoroso: quello di Nadia Pittà, presidente del Comitato cantonale del PS. Arrivo clamoroso visto lo spostamento a destra dei Verdi di Savoia su alcuni temi - tutt'altro che secondari - come quello della votazione del 9 febbraio scorso e dell'introduzione dei contingenti per i lavoratori stranieri.

    Cos'hanno quindi in comune la Pittà, che si definisce a sinistra della sinistra, e Denti, di tradizione cattolico-conservatrice? Probabilmente poco, se non il fatto che la Pittà abbia lavorato come segretaria dell'Ordine dei medici, ma ciò è irrilevante dal punto di vista politico.

    Quello che è interessante osservare è l'irresistibile attrazione che Sergio Savoia sa esercitare nei confronti della gente comune, di destra e di sinistra, ma anche di personaggi politici già ben conosciuti. In questo Savoia e i Verdi ricordano mutatis mutandis i tempi d'oro della Lega, quando anch'essa, grazie al carisma di Giuliano Bignasca, sapeva attrarre persone da tutti gli schieramenti politici. Ciò ne aveva determinato il successo elettorale; siamo propensi a pensare che anche per i Verdi vi sarà un effetto simile, contribuendo a farne forse l'unico partito che avanzerà alle prossime elezioni.

    • Mi piace particolarmente quel termine di "gente comune". Questo significa che c'è gente al di sopra / fuori dal comune, dunque speciale. Per chi e per cosa sarebbe appunto un non comune? C'è tanta gente invidiosa di Savoia: politico che considero in gamba, sagace e last but not least simpatico questo per l'appunto molto poco comune anzi fra i politici piu' unico che raro.

  • Blog Pittà quote: Non seguo ciecamente un leader politico... . Ora nei 'così detti' Verdi c'è un indiscusso leader che decide tutto lui, che si è g

  • Ecco una citazione del Blog della sig.ra Pittà: "Non seguo ciecamente un leader politico..". Domanda: Il signore 'Megafono' Savoia non è solo un così detto leader, ma un piccolo dittatore, che decide il bello e il brutto per i Verdi. Ma sono poi Verdi? Sono un nuovo movimento populista di destra, manca ancora il linguaggio, e sono un copy paste della Lega. Forse la sig.ra Pittà lascia il PS perchè non figura sulla liste per il CdS, come a suo tempo il suo nuovo leader..... Dimenticavo anche la sig.ra Pittà ha, parlando legismo, i piedi al caldo e questo, forse, grazie a chi?

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