Queste associazioni che sponsorizzano lo spot “Non annaffiare il giardino del vicino” in pratica sono loro che lo annaffiano andando a reclutare il personale oltre frontiera. Come già più volte detto se un comasco viene a Lugano a cercare lavoro e nessuno lo assume può così cercarlo!
È evidente che la crisi italiana porta diversi lavoratori a cercare lavoro da noi ma chiaramente il cercare non vuol dire trovarlo, invece quelli che ci invitano a non annaffiare il giardino del vicino glie lo danno, naturalmente a discapito dei residenti e con salari da terzo mondo.
Taluni personaggi nostrani non fanno altro che fomentare l’odio verso i frontalieri, ma non dimentichiamo che questi lavoratori vengono da noi perché c’è chi li chiama! Non dobbiamo odiarli, loro, come d’altronde potremmo fare noi, cercano solo di migliorare la loro situazione economica, e in Ticino hanno trovato terreno fertile grazie alle ditte che li assumono!
Facciamo un passo indietro nel tempo e riflettiamo se quando l’euro da CHF 1.60 era sceso a 1.20 queste associazioni e questi tromboni hanno fatto tutte queste storie, ve lo diciamo noi NO nessuno si era stracciato le vesti e le odierne Cassandre allora tacquero.
I sindacati blaterano, ma alla fine non fanno nulla, il potere politico blatera ma non fa nulla, i partiti cavalcano il dilagante malcontento ma non fanno nulla. Il comune cittadino cosa può fare? Per noi il cittadino, se si unisce, può fare molto di più della politica e delle istituzioni, una semplice soluzione ci sarebbe, basta boicottare queste ditte. Non acquistiamo più i loro prodotti, non facciamo più capo ai loro servizi.
Qualcuno potrebbe obiettare che boicottando le ditte potrebbero rimanere dei lavoratori senza lavoro, orbene bisogna tener presente che queste ditte hanno il personale in prevalenza frontaliero, di residenti senza lavoro quindi ne rimarrebbero ben pochi. Tale boicotto avrebbe il potere di scoraggiare quelle altre ditte, che sul nefasto esempio di questi loro predecessori, vogliono approfittarne anche loro dell’alibi dell’euro per effettuare del dumping salariale.
Concludendo l’€uro ha fornito l’alibi per fare del dumping salariale, quindi se la ditta che ha ridotto gli stipendi del 15% ai frontalieri fallisce chi se ne importa, se la ditta di trasporti disloca in Romania, bene lo faccia pure, ma però resti a fare i suoi trasporti in Romania e non per noi svizzeri!
Riflettete la soluzione non è poi così difficile, basta la determinazione e la compattezza nel volerlo fare!
Orlando De Maria e Donatello Poggi
Fronte degli Indignati
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Caro Donatello, come spesso ti accade, dici grandi verità, come quella dei vergognosi piagnistei di chi ha potuto beneficiare per più di 3 anni della decisione di fissare il cambio a 1,20, stampando franchi a dismisura per acquistare euro in pratico sfacelo, agendo quindi in danno di tutti i risparmiatori svizzeri, dal più povero (solo 5 franchi sul conto in banca) al più ricco (solo 2 o 3 o 4 miliardi).
Che questa gente(aglia) abbia la faccia tosta di minacciare trasferimenti in Romania che avrebbe fatto senza esitare anche con il franco a 1,20 se ne avesse avuto la convenienza è una cosa ripugnante.
Il rimedio potrebbe teoricamente essere il boicotto che proponi tu: è l'unica arma che ha in mano il popolino (scusami il termine), ma è assolutamente inutilizzabile, perché anche il popolino ha i suoi difetti, e quando compera beni e servizi fa solo quel che gli torna