5 aree tematiche d’intervento prioritarie per il Ticino:
1) Mercato del lavoro saturo e malsano
Cause: la libera circolazione delle persone e la sregolata e incontrollata concorrenza della manodopera e delle aziende italiane, hanno condizionato in modo negativo il mercato del lavoro ticinese. Il beneficio generato dalla manodopera frontaliera negli ultimi decenni, si è trasformato in un boomerang, che ha colpito il popolo e l’economia ticinese. La sostituzione sistematica di manodopera residente con i frontalieri è purtroppo all’ordine del giorno. Il numero dei senza lavoro e dei casi sociali sono purtroppo aumentati in modo esponenziale, minando inoltre la pace sociale. L’insediamento di aziende estere sul nostro territorio ha spesso generato un’economia e un’occupazione parallela, che con il Ticino poco hanno a che fare.
Soluzioni:
– Mobilitare i ticinesi sfruttando l’Iniziativa popolare costituzionale dell’UDC Ticino “Prima i Nostri”, reinserendo la clausola di preferenza indigena (a parità di requisiti, obbligo del datore di lavoro all’assunzione del residente).
– Intensificare la pressione politica verso la Berna federale per applicare l’iniziativa “Stop all’immigrazione di massa”, votata dal popolo il 9 febbraio 2014.
– Promuovere una politica fiscale a vantaggio delle aziende ticinesi che assumono i residenti e che organizzano una mobilità aziendale efficace.
– Aumentare i controlli e le sanzioni per le aziende che non rispettano le regole e le leggi.
2) Benessere e prosperità seriamente minacciati
Cause: il declino economico e il fatto che nessuno pensa più alla crescita, ma solo a spartirsi ciò rimane. Vi è maggiormente un interesse nel distribuire e a spendere ricchezza piuttosto che a produrla. La sicurezza e l’integrità del singolo sono minacciati da una crescente criminalità. Nel concetto benessere e prosperità, la sicurezza è un tema fondamentale.
Soluzioni:
– Combattere gli effetti negativi della libera circolazione anche nell’ambito della sicurezza e del controllo alle frontiere.
– Agevolare l’economia sana (aziende, artigiani, imprenditoria ticinese) nello svolgimento delle attività, riducendo l’eccessiva burocrazia dello Stato.
– Proporre un “patto di Paese” con chiari obiettivi di crescita, mettendo finalmente in atto quelle proposte e quegli studi sviluppati in questo senso negli ultimi 10 anni, senza crearenuovi tavoli progettuali burocratici.
3) Spesa pubblica e debito fuori controllo
Cause: l’invadenza dello Stato, il consumismo pubblico e la mancanza di volontà nel trovare soluzioni, in particolare da parte dei partiti storici. Assistiamo inoltre all’inefficacia burocratica da una parte, e all’eccessivo coinvolgimento dello Stato per ogni singola esigenza del cittadino.
Soluzioni:
– Introdurre il Referendum finanziario obbligatorio nella
Costituzione
– “Spoliticizzazione” dei mandati e delle assunzioni nell’amministrazione pubblica. Oggi si assume anche quando non è necessario.
– Dare mandato a una società di consulenze imparziale ed esterna all’amministrazione e ai centri di potere, per individuare gli spazi dove ridurre la spesa (obiettivo minimo: 150 milioni all’anno, entro tre anni).
– Obiettivo: entro due anni, pareggio di bilancio e progressiva riduzione del debito pubblico.
– Responsabilizzare e valorizzare la capacità del singolo nel formulare offerte per la comunità, in sostituzione del pubblico. Tradurre nelle leggi e nella pratica statale il principio di sussidiarietà approvato dal Gran Consiglio in questa legislatura.
4) Deresponsabilizzazione individuale e iperregolamentazione collettiva
Cause: la sottrazione di spazi alla società civile e al privato (statalizzazione eccessiva), l’assolutizzazione della politica, il centralismo burocratico di sinistra (cantonale e federale).
Soluzioni:
– Riproporre il principio della meritocrazia nell’amministrazione pubblica, valorizzando le capacità e le potenzialità dell’impiegato pubblico.
– Ridurre sistematicamente la burocrazia, facilitando il rapporto cittadino – amministrazione pubblica.
– Snellire, sfoltire e togliere le ridondanze dalle leggi, regolamenti e decreti in vigore e in quelli nuovi.
5) Sparizione del ceto medio, degli artigiani e delle PMI
Cause: le politiche fiscali inesistenti e il dirigismo statale, l’assenza di una promozione economica mirata, l’assorbimento passivo del diritto UE. La mancata sensibilità nel tutelare realtà imprenditoriali che hanno trainato il Ticino per decenni (PMI e artigiani). La penalizzazione e gli ostacoli continui per i motori
del benessere: famiglie e aziende.
Soluzioni:
– Implementare una nuova politica fiscale per le aziende ticinesi, atta a rilanciare l’economia e l’assunzione di
personale residente.
– Valorizzare “l’imprenditoria sana” ticinese, ovvero quella che ha creato posti di lavoro e benessere per i ticinesi. Combattere l’insediamento di nuove aziende straniere che causano solamente eccessiva occupazione del territorio, traffico e assunzione esclusiva di personale estero.
– Difesa dei valori ticinesi e svizzeri mediante il sostegno o il lancio di iniziative specifiche di valenza nazionale (esempio: Iniziativa “Il Diritto svizzero prima di quello straniero” lanciata dall’UDC nazionale) o cantonale.
IN SINTESI:
1. Lavoro prima ai ticinesi
2. Difesa del benessere e lotta alla criminalità d’importazione
3. Riduzione della spesa e riorganizzazione dell’amministrazione pubblica
4. Meno burocrazia dello Stato, più responsabilizzazione del cittadino
5. Minor pressione fiscale per le aziende virtuose (assunzione di manodopera residente e con un piano di mobilità
aziendale)
Ticino, 9 febbraio 2015 – approvato da UDC, AL e UDF
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