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L’imbarazzante silenzio di Palazzo – di Giuditta Mosca

… vale più di mille risposteQuesto della gagliarda e intraprendente Giuditta è un articolo imbarazzante. Biasima PLR e PS ma, soprattutto, il governo a maggioranza relativa leghista (da alcuni blogger ho ricevuto un garbato invito a sottolineare). Se la prende un po’ con tutti (resta fuori il PPD) drammatizzando intensamente (questo mi piace, corrisponde ai miei gusti). Sarà prudente pubblicare il pezzo? Arrischiamoci.

Sta succedendo di tutto in Ticino e i sentori di quella che sembra essere una piccola rivoluzione ci sono da mesi, quindi l’Esecutivo non può avvalersi nemmeno della facoltà di essere stato preso di sorpresa. O, se desidera avanzare questa tanto azzardata quanto disgraziata ipotesi, allora ammette in modo esplicito di non avere saputo cogliere gli indicatori dello scontento dei ticinesi che, ormai, non possono nemmeno sostenere di rappresentare.

Il popolo è arrabbiato e indignato proprio perché non rappresentato. E il silenzio davanti agli scioperi, alle proteste dei lavoratori, alle bassezze dei datori di lavoro, è un silenzio reso ancora più grave dalle votazioni, ormai sempre più imminenti.

Questo Esecutivo non sa dare segnali forti nemmeno quando sta chiedendo al popolo di essere riconfermato (almeno per quattro quinti). Suona alle porte dei ticinesi e si presenta a mani desolatamente vuote.

Sembra quasi che l’Esecutivo voglia aspettare che la situazione rientri. E lo farà. Questa agitazione popolare tra qualche giorno si ripiegherà su se stessa. Ma queste crisi, questi moti intestini e spontanei, hanno la peculiarità di riproporsi ad intervalli sempre più brevi l’uno dall’altro e in un crescendo di forza. Cosa stanno aspettando i Signori Ministri? Stanno aspettando che le forze dell’ordine vestano gli abiti antisommossa e che, irrimediabilmente, ci scappi il ferito (se non peggio)?

Il tasso di cambio Euro / Franco sta smuovendo la superficie di un lago già agitato in profondità, facendo traboccare dal vaso del popolo la proverbiale goccia mostrando la pochezza della visione politica che, non da oggi ma da anni, ha permesso che il tessuto imprenditoriale del Ticino venisse fagocitato da imprenditori non proprio ligi ai doveri morali che ogni datore di lavoro dovrebbe recitare a memoria ogni giorno.

E a Bellinzona? Silenzio, tutto tace. La totale paralisi politica e istituzionale, nessuna reazione davanti al carico di demerito che PLR e PS stanno gettando sulle spalle – per niente solide – di un Esecutivo che fa acqua da tutte le parti e che ha perso di mano il controllo della situazione.

E non c’è alcuna reazione nemmeno davanti al caso delle Ferriere di Giubiasco, che rappresentano ciò che lo Stato dovrebbe evitare con il coltello tra i denti. Davanti all’impossibilità di ridurre i salari ai frontalieri l’azienda minaccia di spostare la produzione in Slovacchia. Si tratta di una cancellazione totale di posti di lavoro. Posti che potrebbero sparire in Ticino e rimaterializzarsi nei pressi di Bratislava.

Intanto, e questa è una nota a margine che lancia un pessimo presagio, la Swico (associazione delle imprese svizzere di telecomunicazioni) ha chiesto al Consiglio federale di allargare il cordone della borsa delle quote imposte ai collaboratori stranieri. Per la Swico mancano lavoratori specialisti provenienti da Oltreconfine. L’ipotesi di guardare in casa non è nemmeno presa in considerazione. Per quale motivo bisognerebbe farlo, se basta chiedere a quell’amorevole mamma Elvezia che dice sempre sì?

Una cosa è certa. Questa formazione di Governo è inadeguata. E credere che, senza grosse novità sortite dalle matite del 19 aprile, una simile formazione possa fare meglio è utopico. Forse addirittura sciocco.

Giuditta Mosca

 

Relatore

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