Categories: Democrazia attiva

In piazza per i diritti del lavoro, ma non per il cambio fisso! – di Massimiliano Ay

Ovviamente Ticinolive non pensa che i “padroni” siano “affaristi ignobili” o “irresponsabili” (qualche caso ci sarà sempre, come ci sono i preti pedofili o i bottegai che rubano sul peso).

Ma vale la pena di pubblicare la presa di posizione del leader dei comunisti, che si unisce a molte altre – in questi giorni le caselle postali delle redazioni sono letteralmente inondate di comunicati provenienti dai vari ambiti della sinistra – e mi induce a una riflessione. Questo precipitarsi da parte di alcune aziende ad applicare vistosi tagli di salario nel momento culminante di una dura campagna elettorale non sembra il massimo dell’intelligenza. Così facendo si mette nelle mani della sinistra una preziosa carta da giocare. La sfrutteranno sino in fondo, con proclami reboanti e manifestazioni di piazza. Un’insperata ciambella di salvataggio in una situazione di grave difficoltà, con magre prospettive di voto.

Interessante è la posizione di Ay sul “cambio fisso”, che ho evidenziato.

Sabato 28 febbraio alle ore 14.00 il Partito Comunista sarà in Piazza Governo a Bellinzona unitamente ad altre forze della sinistra e sindacali per manifestare a favore dei diritti dei lavoratori, ultimamente colpiti in modo ignobile dall’affarismo e da un padronato socialmente sempre più irresponsabile che, con la scusa dell’abbandono della soglia minima franco-euro, sta ora cercando di aumentare i propri margini di profitto anzitutto diminuendo i salari, e in seguito probabilmente delocalizzando la produzione a scapito dell’apparato produttivo nazionale.

Saremo in piazza in modo unitario, ma lo facciamo con alcune peculiarità nostre rispetto agli organizzatori dell’evento, poiché la proposta di tornare a un cambio fisso, questa volta di 1,15 come avanzato dal PS, non ci trova concordi. Non solo non vogliamo che la nostra economia nazionale sia succube delle scelte disastrose della Banca Centrale Europea, che già sta mandando sul lastrico i popoli dell’UE, ma non vogliamo neppure riempire ulteriormente i forzieri della BNS di una moneta instabile e in crisi come l’euro.

Il Franco forte ci accompagnerà ancora per diverso tempo, dobbiamo quindi farcene una ragione e e procedere sul medio-lungo periodo con una diversificazione dei partner commerciali aprendosi ai paesi emergenti (sostanzialmente i BRICS) e sviluppare settori produttivi ad alto valore aggiunto. Sul corto periodo invece occorre introdurre una tassa sulla speculazione sul franco e con tali introiti creare un fondo per riconvertire all’alto valore aggiunto le PMI (micro, piccole e medie imprese) e le Start-Up ticinesi, naturalmente con vincoli di adesione ai contratti collettivi di lavoro e ad altri standard sociali.

Massimiliano Ay, candidato al Consiglio di Stato e al Granconsiglio per la lista MPS-PC

Relatore

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