Oggi 14 maggio, l’ennesimo evento di contestazione nei confronti dei politici ed è un netto segnale che la politica è lontana dalla popolazione.
Si dice che il buongiorno si vede dal mattino e a giudicare dal primo maggio, tra Black Bloc e le varie tensioni per l’inaugurazione di Expo a Milano, proteste in piazza in occasione della festa dei lavoratori, si è aperta la primavera con tafferugli, diverbi, danni alla città di Milano.
Un maggio italiano da dimenticare e che continua a vedere situazioni di colluttazione, come se le parole non bastassero piu’, come se la rabbia scoppiasse incontrollata pronta ad essere sbattuta in pubblico.
Settimana scorsa, il 3 maggio, Renzi a Bologna alla festa dell’Unità, fu accolto da centri sociali e Cobas della scuola con striscioni, fischi, qualche tafferuglio con la polizia (il bilancio provvisorio è di una persona contusa e tre giovani fermati). Il Presidente del Consiglio, davanti a questa situazione, ha replicato con il suo solito stile “impermeabile”, tipico di chi si fa scorrere tutto addosso, dicendo di non aver paura per i fischi e di esser pronto ad un dialogo e poi ha aggiunto, come se fosse un birillo che cade per poi rialzarsi in automatico: “Abbiamo il compito di cambiare l’Italia e la cambieremo, piaccia o non piaccia ai signori del no. Non molleremo, terremo botta”.
Oggi 14 maggio è il turno di Salvini, nemmeno lui si è salvato dall’onda nera della protesta, della rabbia e ha ricevuto, da inizio settimana, forti contestazioni a Marsala, nel Palermitano, nel Trapanese tanto da non poter scendere dall’auto o da dover annullare comizi.
Salvini al timone del Carroccio ha parlato di “imbecilli”, che provano a impedirgli di parlare e che “tengono impegnati polizia e carabinieri a fargli da scorta, invece che inseguire ladri e spacciatori”. Ai contestatori Salvini si è rivolto dicendo: “Se pensate che io smetta di parlare perche’ me lo dite voi, vi sbagliate di grosso. Su questa piazza, quelli che stanno perdendo sono quelli urlano”.
Non è questione di continuare a parlare, di non aver paura dei fischi o di tenere botta. La gente sente queste persone 24 ore al giorno nei tg, nei salotti TV, impossibile farli tacere. Non se ne puo’ piu’ delle parole, ci vogliono solo i fatti e servono fatti figli del fare, sinonimo di operosità che mettano il paese sulla via del virtuosismo.
Sin ora i fatti sono stati un aumento della tassazione (Imu, Tari, Tarsi, trattenute dallo stipendio, IVA…ecc) e della disoccupazione, che dopo il Jobs Act – con riferimento a quella giovanile – ha toccato il record del 43%.
E con queste maggiorazioni negative sale la rabbia, la sofferenza economica, si scoraggiano i giovani a credere nel loro avvenire; dilaga la diffidenza per i politici e l’odio per la politica destra o sinistra che sia, perchè ormai manca una sola cosa: la credibilità.
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A Renz,i il compito di cambiare l'Italia, e' stato trasferito dai suoi due predecessori (Monti,Letta) camerieri della Troika.Renzi non ha vinto un'elezione nazionale in quanto non e' mai stata indetta.