Chiudere le frontiere? – Partito Socialista

Abbiamo ricevuto già ieri questo testo. Ci sembrava talmente sconsiderato, al limite dell’irrazionalità, che avevamo rinunciato a pubblicarlo. Poi abbiamo cambiato idea e ci siamo detti: visto che questa è la posizione del Partito Socialista, ognuno sarà libero di fare le sue valutazioni.

Facciamoci conoscere, ancora una volta. Diamo una prova ulteriore della nostra grettezza. Mentre il Mediterraneo esige un prezzo di sangue e di morte, mentre le persone fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni, il presidente del Governo del Ticino, per non essere da meno di altri leader xenofobi, invoca la chiusura delle frontiere ai migranti. Come se orde di barbari si accalcassero ai nostri confini meridionali. Come se il Paese fosse invaso da turbe di stranieri. Invece…

…invece di che cosa stiamo parlando? Di quali numeri? L’Unione europea, chiusa nel proprio egoismo, si irrita perché 100 mila profughi raggiungono le sue coste. 100 mila su 500 milioni di abitanti. 100 mila disgraziati che nessuno vuole, che vengono rimbalzati da una frontiera all’altra. Intanto la Turchia, con 80 milioni di abitanti, ne accoglie 1,8 milioni. E il Libano, con 6 milioni di abitanti, ne ospita 1,2 milioni. Certo, sono emergenze. Ma non sono emergenze ingestibili. Soprattutto, sono emergenze fonte di sofferenze umane immense, di fronte alle quali nessuno può rimanere indifferente.

Ma no: il nostro presidente del Governo vuole chiudere le frontiere. E il consigliere nazionale Lorenzo Quadri propone di erigere un muro alle frontiere, come sta progettando di fare il Governo di estrema Destra dell’Ungheria.

Questo è il Ticino oggi: un Paese che, vittima della propaganda xenofoba, si è chiuso su sé stesso, accartocciato nel proprio egoismo.

Partito Socialista

Carlo Lepori, presidente a interim

Relatore

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