Il bluff di Tsipras – Ma noi, per che cosa dobbiamo pregare?

bluffbluffUna breve riflessione sulla Grecia

Alexis Tsipras, con la faccia del giocatore di poker, si è lanciato in un bluff mozzafiato. Che cosa può fare l’UE ? Può, e deve, semplicemente dire: VEDO.

Ma noi, che cosa dobbiamo fare noi? La mia risposta è: dobbiamo sperare che vinca l’OCHI che significa il no. Infatti, ciò che pesa come un macigno sul nostro capo è l’irreversibilità dell’appartenenza all’Euro e l’irreversibilità dell’appartenenza all’UE. Irreversibile. È una condanna senza appello per chi è “dentro” e un monito beffardo per chi è “fuori”.

Se quel “mito” si dissolve in un primo sconvolgente crac, c’è speranza per noi.

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  • Irreversibilità dell’ipotetica (nostra eventuale) appartenenza all’Ue è ridicola se confrontata con la concreta, quotidiana irreversibilità del neoliberalismo e delle sue demagogiche frottole sulla libertà. Un potere dei pochi che usa quale subdola strategia politica quella di diffondere il seducente e fasullo verbo libertario.

    Una “libertà” che rimarrà (dovrà restare!) tuttavia un “ristretto” privilegio direttamente proporzionale ai grandi redditi patrimoniali. La grande ricchezza lo sta facendo, privando d’efficacia l’uguaglianza legale, per consolidare il dominio fattuale. I fatti della Grecia non sono altro che la dimostrazione dell’hýbris oligarchica postdemocratica.

    A dimostrazione di come i tempi sono cambiati si racconta che un alto dirigente di una banca centrale paragonò il “permanente plebiscito dei mercati mondiali con il plebiscito delle urne”. Oggi siamo ben oltre. {ilsole24ore.-apatia-democrazia-}

    Si narra, per converso, che Solone cancellò il debito del suo popolo prima di diffondere l’eguaglianza legale a tutti gli Ateniesi. {ilsole24ore.quando-solone-diede-libertà}

    Sappiamo anche che il debito della Grecia (demagogicamente attribuito a tutti i Greci!) è nato soprattutto dalla strisciante corruzione di alcuni governi del suo recente passato. Tra l’altro una voce importante del bilancio deficitario è legato a prestiti stipulati per l’acquisto di armi prodotte dagli stessi Paesi oggi irremovibili moralisti.

    Ai soliti scettici basterebbe digitare: il fattoquotidiano elezioni-grecia-2015-il-tormentone-del-debito-pubblico.

    • Sei uno strano blogger, acculturato (scrivi persino hybris, non è roba da Mattino della domenica!) e fai la guerra ai RICCHI ("neoliberalisti") con accanimento implacabile.
      La cosa buffa è che (almeno in questo caso) stiamo sperando la "stessa" cosa!

      • Come tu ben sai, caro Jack, "hýbris" è un termine greco.
        Pertinente al discorso, quindi.

        Niente di straordinario per un blogger… acculturato.

        Eh sì caro JtR, viviamo in un mondo difficile.
        Non è questione di essere contro la ricchezza.
        Semmai contro il totalitarismo della ricchezza... circoscritta.
        Quella delle gated communities, per intenderci.
        Un totalitarismo così… totale che non si era mai visto nella storia dell’uomo. Un sistema totalitario mondializzato.

        Globalizzato, come s’usa dire.

        L’incredibile é che la maggioranza è (stata) convinta di essere libera. Forse perché la si lascia nella condizione di poter… IMITARE la ricchezza, magari perché molti possono guidare un suv ottenuto con un debito. (… se si dovessero sommare i debiti privati accumulati su tutte le carte di credito popolari, il debito greco risulterebbe perfino ridicolo…).

        Questo si diffonde con l'imitazione dei metodi di comportamento "importati dall'alto" della gerarchia sociale. Non è necessario scomodare Veblen (Thorstein Veblen) per affermare che il "motore" di tutto è la nostra indotta tendenza a emulare la ricchezza altrui. Oppure come disse Charles Kertering “La chiave della prosperità economica è la creazione organizzata dell’insoddisfazione”. “ Ciò che è un lusso per i privilegiati deve essere trasformato in una necessità per le classi inferiori “. Hazel Kyrk.

        Inoltre la gente comune ha forse la “libertà della parola minuta” (bavardage/small-talk/gossip,) ma la sua eventuale protesta viene immediatamente diluita, confusa, cancellata da tonnellate di informazioni fuorvianti e gestita da chi detiene i poteri forti e sa di essere potente. Così p(re)otente (hýbris, rieccola) da potersi perfino permettere di snobbare ogni contestazione… acculturata.
        Perfino quella… colta;-))

        Tuttavia quando la contestazione di (movimenti, gruppi, associazioni, politici, intellettuali) enti e/o persone libere e indipendenti assume un peso specifico importante, allora lì, ecco il vero volto del sistema che si manifesta con una strategia che segue un percorso standardizzato, identico nel tempo, nei modi e nei contesti. La negazione, il dileggio, il RICATTO e, se necessaria, perfino la violenza. A tale proposito, (visto che sono acculturato) suggerisco (anche) perché fresco di stampa, “I fantasmi del capitale” scritto da Arundhati Roy, autrice del noto bestseller “Il dio delle piccole cose”. Buona lettura.

  • Noi discutiamo bellamente di hybris e non hybris, tracotanza o iattanza non ci bastano, intanto a Berna, su ordine di un Didier Burkhalter più convinto che mai che non ci resta altra convenienza che quella di dissolverci nelle capaci e benevoli bracciadi Bruxelles e dei suoi giudici, si sta liquidando Yves Rossier, che vuole la stessa cosa, ma ha il grave e insopportabile difetto di averlo detto chiaramente al popolino che siamo noi, sin dal 2013. I cittadini svizzeri hanno più volte rifiutato "l'asservimento all'Europa", fortemente voluto dalla Simonetta (i socialisti se non possono far danni non sono contenti, era già così con l'insopportabile Michelina, e prima ancora con la Dreifuss) e dal Burkhalter (è lui che ha imposto al presidente Müller l'altrimenti incomprensibile virata del PLR nazionale nein rapporti con l'UDC). Per far inghiottire il rospo bisogna perciò che gli ottusi cittadini svizzeri non capiscano che lo stanno inghiottendo.
    Uno che parla chiaro e onestamente come Yves Rossier, pur fedelissimo di Didier come è, non fa più all'uopo. Adesso i due tristi consiglieri federali stanno cercando un o una funzionario/a più anguillesco e surrettizio da mettere alla testa della delegazione che deve condurre le trattative a Berna per la revisione dei bilaterali fatti vacillare dal voto popolare del 9.2.14.

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