“La metafora del Vivaio, l’allegoria scelta da Padiglione Italia per declinare il tema dell’Esposizione Universale, è il contenitore delle energie più giovani e vitali del nostro Paese. I semi del nostro Vivaio nascono dalle radici di una cultura antica e sono proiettati dalle fronde dell’Albero della Vita verso il futuro”.
Al di là dei temi proposti – quindi, ovviamente il cibo – è l’idea stessa ad essere accattivante e a meritare una riflessione. L’ idea del vivaio è già una promessa di speranza cui, forse, l’Italia non è abituata in nessun campo specifico in questi tempi confusi. L’idea stessa della crisi, non solo economica, viene declinata secondo parametri dove il “capitale umano” è quello di un noto film di due anni fa, non quello di un uomo in continua relazione con il sociale non solo fisico, ma online di “social media”.
E così, la narrazione di esperienze di “padiglione italia vivaio”, che può essere seguito nei appuntamenti anche online, diventa davvero una narrazione di esperienze umane aperte al futuro, ciascuna che parte da una tradizione diversa: dove Expo viene portata nelle scuole,nelle associazioni, nelle aziende e le scuole, associazioni, aziende, la società civile, insomma, che trova spazio nella firma delle “carte di generazione Expo” che, nel corso di questi mesi, via via verranno firmate anche in altri ambiti, come quelle di settembre a Cascina Triulza, il Padiglione della Società civile.
Cristina T. Chiochia
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