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Non togliamo voce ai nostri Quartieri – di Nicholas Marioli

MarioliMarioliDagli scorsi mesi il Municipio di Lugano sta valutando una possibile riorganizzazione delle CQ (commissioni di quartiere). Le proposte sono state presentate durante le conferenze dei presidenti delle varie CQ nei mesi di giugno, luglio e agosto. L’intenzione dell’esecutivo è quella di rivoluzionare l’attuale sistema: cambiandone la struttura, la modalità di elezione, l’attribuzione politica e l’indennizzo ai commissari.

Personalmente sono molto scettico sulla totalità nel nuovo progetto, pur condividendo alcune modifiche che andrebbero attuate. Innanzitutto trovo più che legittima, specialmente in un periodo di crisi finanziaria come quella attuale, l’abolizione delle varie indennità ai membri della commissione. È inconcepibile che vengano retribuiti i commissari di quartiere; l’impegno, la passione e la collaborazione per il bene del proprio amato quartiere dev’essere una prerogativa di chiunque e vi devono essere altri interessi. È letteralmente vergognoso che vi siano speculazioni per qualche centinaio di franchi annui.

Il mio scetticismo è invece per la modifica sostanziale del progetto: il cambio da singole commissioni di quartiere a circondari regionali; quindi gli attuali 21 gruppi di lavoro verranno trasformati in 7 raggruppati. Questa nuova impostazione potrebbe risultare molto problematica per la comunicazione e potrebbe togliere molta voce in capitolo ai piccoli quartieri. In questi raggruppamenti i piccoli ex comuni avranno pochi rappresentanti e quindi saranno sempre in minoranza.

Specialmente ingiusto sarebbe per i nuovi aggregati; coloro che nel 2004 hanno aderito alla grande Lugano hanno avuto le CQ per quasi dodici anni mentre coloro che sono invece confluiti nel 2013, Cadro, Valcolla, Carona, Sonvico, Dino, Bogno, Cimadera e Certara, che non sono assolutamente di serie B, si ritroveranno dopo appena tre anni ad essere già confluiti nei circondari.

Un altro obiettivo di questo nuovo progetto è togliere l’appartenenza partitica e inserire la cosiddetta “società civile” all’interno di queste commissioni. Le elezioni potrebbero avvenire tramite votazione online sul sito web della Città, oppure tramite una classica votazione alle urne. Secondo il mio punto di vista questi gruppi di lavoro, seppur consultivi, devono rimanere un atto politico e non essere trasformati in semplici atti di funzionariato. La giusta soluzione potrebbe essere mantenere l’attribuzione politica con un affiancamento delle varie associazioni di quartiere, coinvolgendo di fatto società civile.

L’elezione non dovrebbe avvenire tramite mezzi informatici in quanto questi sono facilmente raggirabili, purtroppo o per fortuna siamo nel ventunesimo secolo. Sarebbe invece molto interessante riavvicinare la gente alla politica tramite assemblee di quartiere oppure votazioni alle urne.

Questo è il mio modesto parere in qualità di semplice cittadino e responsabile per la CQ di Viganello.

Nicholas Marioli, presidente Commissione di Quartiere di Viganello

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