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Quanto vale un “bene” e quanto vale un “sei” ? di Franco Cavallero

Oggi 31 agosto 2015 in tutto il Ticino si riaprono le scuole. In questo breve articolo (tratto dalla sua pagina Facebook) il prof. Cavallero  getta uno sguardo critico sulle nuove linee proposte dal DECS per quanto attiene alla valutazione (e ai titoli di studio richiesti per l’accesso ai vari ordini di scuola).

Da ben sette anni non ho più studenti cui insegnare la matematica. Ne ho avuti tanti, di loro serbo un vivo ricordo, alcuni sono diventati importanti. Ora faccio il giornalista (per hobby) e mi piace. Buon anno scolastico a tutti: ai ragazzi, ai docenti e alle famiglie!

Oltre alle varie tipologie di valutazione (diagnostica, formativa, sommativa) di cui parla il fascicolo “La scuola che verrà”, nella teoria docimologica (da “docimologia”, studio dei criteri per dare i punteggi) si parla anche di valutazione certificativa. Questa denominazione non è però usata dal DECS. Si va difilato a descrivere ciò che potrà accadere al termine della scolarità obbligatoria.

Si dice innanzitutto che la licenza elementare verrebbe abolita. Alla fine della scuola media, al contrario, verrebbe mantenuta ma diverrebbe appannaggio di tutti gli allievi. Verrebbe, se comprendo bene, descritto il profilo finale di ciascuno. Si ritiene che ciò basti per assicurare a tutti (e pertanto certificare) “una formazione di base, delle conoscenze e delle competenze valide e adeguate alla società contemporanea”. Il corollario è di immediata inferenza: a tutti e ciascuno va riconosciuto il diritto di iscriversi a qualsiasi formazione del Secondario II (dal liceo alle scuole professionali a tempo pieno e agli apprendistati). Ogni via parificata insomma. Certo ci si illude a credere che l’orientamento abbia nel frattempo dato buoni risultati. Ma non si sottace la prospettiva e la necessità di dover poi “mettere a punto dei criteri di fondo” che possano permettere ai settori liceali e professionali “di tener conto della modalità innovativa di valutazione degli allievi messa in atto dalla scuola media”.

Ecco, il toboga discendente è servito. Insomma, se già adesso in prima liceo si boccia molto, chissà quanti “cadaveri” formativi avremo nel futuro. Gente a cui prima sarà stato regalato un “bene” o un “benissimo” come si regala un “sei”. Ma diamine, per oggi è troppo quello che ho scritto; perciò depongo la metaforica penna; e trovandomi le mani libere mi vien voglia di prendere il malloppo fra il pollice e l’indice della mano sinistra e fra il pollice e l’indice della mano destra, poi rapidamente alzare l’una e abbassare l’altra, dimodoché ciascuna mano rimanga in possesso di mezzo fascicolo.

Franco Cavallero


Relatore

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