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Civica nella scuola – “Questa iniziativa è ricevibile!” – Parola di Pietro Crespi

L’iniziativa popolare “Educhiamo i giovani alla cittadinanza”, che mira a introdurre l’insegnamento della Civica in vari ordini di scuola ticinesi, ha avuto sin qui vita travagliata. Il 3 giugno 2013 il Comitato d’iniziativa ha consegnato alla cancelleria dello Stato 10.153 firme valide, raccolte in soli 10 giorni.

Benché la Costituzione prescriva (art. 46.2): “La votazione popolare deve aver luogo in ogni caso al più tardi entro due anni dalla pubblicazione nel Foglio Ufficiale”, bisogna ammettere che siamo in alto mare. L’ultimo episodio significativo in ordine di tempo è la presa di posizione del Consiglio di Stato, firmata dall’on. Bertoli, che porta la data del 25 marzo 2015. Essa definisce l’iniziativa “problematica” quanto alla ricevibilità (ma, al di là delle parole usate, è sostanzialmente negativa).

Come ha argutamente osservato l’avvocato Crespi, il fatto che il CdS auspichi la richiesta di un “parere indipendente” (mediante perizia giuridica esterna) è abbastanza umoristico. È come se il CdS (ma, in sostanza, Bertoli) confessasse: “Guarda che il mio parere indipendente non è“. E questo è naturalmente vero, perché è noto lippis et tonsoribus che Bertoli è fortemente contrario all’iniziativa. Ma forse non sarebbe il caso di ammetterlo così apertamente!

In ogni caso la decisione spetterà al Gran Consiglio. Il problema però – ed è anche il senso della conferenza stampa tenutasi ieri a Bellinzona – sono i tempi. Il Comitato d’iniziativa vuole che si giunga presto a una decisione ma ha la sensazione di trovarsi davanti a un vero e proprio muro di gomma.

Lunedì 7 settembre si riunirà la Commissione scolastica, la quale (si è saputo) ha l’argomento all’ordine del giorno.

* * * * *

Alla conferenza stampa hanno preso parte il dottor Alberto Siccardi, primo promotore e presidente del Comitato d’iniziativa; l’avvocato Pietro Crespi, estensore della perizia giuridica che conclude alla ricevibilità dell’iniziativa stessa; Iris Canonica, Giorgio Ghiringhelli, Eros Nicola Mellini e Francesco De Maria, membri del Comitato d’iniziativa; il dottor Orlando Del Don.

Siccardi. Abbiamo convocato questa conferenza stampa perché sappiamo che lunedì 7 settembre si riunirà la Commissione scolastica. Siamo stanchi di aspettare ed esigiamo il rispetto dei termini temporali fissati dalla Costituzione (che in verità sono già stati ampiamente superati). Sappiamo che Bertoli è contrario alla nostra iniziativa ma sappiamo anche che sarà il Parlamento a decidere. La sua ricevibilità non è “problematica” come scrive il CdS (25 marzo) ma piena ed effettiva, come dimostra l’avv. Crespi nella sua approfondita perizia. La strategia dei nostri avversari a noi sembra evidente: tirare in lungo. Iris Canonica. Per noi del Comitato di iniziativa questa avventura è un po’ come una corsa a ostacoli. Sappiamo che una parte del corpo docente la vede come fumo negli occhi, forse la considerano un atto di “lesa maestà”. Noi siamo convinti (perché abbiamo esaminato i risultati dell’indagine della SUPSI, per l’autorevole parere dell’on. Franco Celio, ecc.) che l’insegnamento della Civica nelle nostre scuole (ammesso che esista) è gravemente deficitario.

Crespi. La lettera del CdS del 25 marzo 2015 verte su 3 punti, che sono poi quelli essenziali:  1) Unità della forma  2) Conformità al diritto superiore  3) Attuabilità. Manco a farlo apposta, ci dà torto su tutta la linea, argomentando talvolta in modo errato e tendenzioso. Particolarmente fuori luogo un paragone tracciato con una sentenza di Mon Repos riguardo all’iniziativa “28 inceneritori bastano”(2006). La domanda fondamentale, al di là di certe capziosità, rimane: possono i cittadini democraticamente chiedere che la Civica sia insegnata in certi ordini della scuola ticinese?

La perizia del Dr. Avv. Pietro Crespi sarà pubblicata a parte.

Siccardi. I nostri giovani in verità non sanno niente di Civica. Ho avuto occasione di conoscere la figlia quindicenne di una nota e importante politica e ho colto l’occasione per sottoporla a un piccolo test. Le ho domandato, quasi come per caso: “Che cos’è il Gran Consiglio?” Silenzioso imbarazzo. Poi un tentativo: “È… quel luogo dove si raccolgono le firme… No… quel palazzo a Berna…”

Ghiringhelli. Nella difesa dei diritti popolari è il più esperto del gruppo, a queste cose ha dedicato la sua vita. Il termine di due anni (già largamente superato) è un termine “d’ordine” oppure assoluto? Si ha l’impressione che il CdS (e i suoi giuristi) facciano andare le cose e le interpretino secondo il loro comodo. Ma se si esagera si cade nella “denegata giustizia”. Quando potrebbe realizzarsi il voto popolare? Forse nel 2017. Il “Ghiro” illustra poi con vivaci aneddoti le sue vicissitudini di difensore dei diritti popolari e “cacciatore di firme”.

LA MIA PERSONALE OPINIONE (espressa quale semplice giornalista, senza impegnare il Comitato del quale sono membro).

— Il Comitato vuole una cosa soltanto, ma la vuole veramente. Che l’iniziativa sia vagliata dal Gran Consiglio e dal popolo ticinese. C’è della gente che vuole l’esatto contrario.

— I contatti del Comitato con il DECS sono stati deludenti e confusi, soprattutto perché il Dipartimento (scorrettamente, a mio modo di vedere) ha tentato di mischiare le carte tirando in ballo le ore di Religione cattolica e la Storia delle religioni. La nostra iniziativa è per la Civica. Con monsignor Vescovo e con gli ayatollah se la vedano in separata sede.

— La famosa perizia indipendente – ventilata da un CdS non indipendente, che sa di non essere tale o che ritiene di non essere tale – si farà? Difficile dire. Avrà eventualmente l’effetto, gradito a molti – di dilatare i tempi.

— Contro una dichiarazione di “non ricevibilità” è data facoltà di ricorso al Tribunale federale (due o tre anni).

La mia opinione (ammesso che interessi a qualcuno)? Sarà una dura lotta!

 

Relatore

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